Mancano poche ore all'esame e questo mi porta ad imprimere un cambio di direzione a questo mio blog che fino ad ora ha voluto presentarsi con una veste "istituzionale" poichè nato ed implementato per sostenere l'esame di informatica applicata al giornalismo del prof. Lelio Alfonso.
Anticipo dunque quella che sarà da domani (se l'esame dovesse andare bene) la nuova linea che ho deciso di seguire: trasformare questo spazio in un contenitore di impressioni personali ( anche se qualcosa trapelava già da alcuni post).
Devo dire che la vigilia di quello che è per me l'ultimo esame della specialistica, è trascorsa senza troppi scossoni nonostante una certa ansia, credo normale prima di ogni prova.
AUGURO A TUTTI VOI UN "IN BOCCA AL LUPO" PER DOMANI e carico su questo mio spazio virtuale l'unica canzone capace di esprimere il mio stato d'animo in questo momento:
viewers
domenica 26 giugno 2011
Siti web della maggioranza sotto attacco (informatico).
Dopo le recenti sconfitte elettorali e mentre scoppia lo scandalo della P4, il Governo deve guardarsi da ben altri nemici: gli Hackers.
Rimbalza infatti sul web, da qualche giorno, la notizia di un attacco hacker ai siti del pdl, più precisamente : http://www.pdl.it/, http://www.governoberlusconi.it/, http://www.forzasilvio.it/, http://www.silvioberlusconifansclub.org/.
Si tratta di un attacco concentrico che ha visto coalizzati i Lulzsec e gli Anonymous, rispettivamente un collettivo hacker ed un gruppo " hacktivista" che da sempre concentra la sua azione sui siti istituzionali.
La situazione pare ora essere tornata alla normalità ma resta la preoccupazione di Antonio Palmieri, deputato Pdl e responsabile Internet del partito che dichiara "è la prima volta che veniamo colpiti dal '95, cioè da quando siamo online. Ma più che l'attacco temo l'effetto emulazione."
Rimbalza infatti sul web, da qualche giorno, la notizia di un attacco hacker ai siti del pdl, più precisamente : http://www.pdl.it/, http://www.governoberlusconi.it/, http://www.forzasilvio.it/, http://www.silvioberlusconifansclub.org/.
Si tratta di un attacco concentrico che ha visto coalizzati i Lulzsec e gli Anonymous, rispettivamente un collettivo hacker ed un gruppo " hacktivista" che da sempre concentra la sua azione sui siti istituzionali.
La situazione pare ora essere tornata alla normalità ma resta la preoccupazione di Antonio Palmieri, deputato Pdl e responsabile Internet del partito che dichiara "è la prima volta che veniamo colpiti dal '95, cioè da quando siamo online. Ma più che l'attacco temo l'effetto emulazione."
venerdì 24 giugno 2011
Google e la memoria de L' Aquila.
Si chiama Noi L' Aquila ed è un sito organizzato ed implementato grazie alla collaborazione del noto motore di ricerca fondato da Page e Brin, del comune della città quasi totalmente distrutta dal terremoto del 2009 e dell' Associazione Nazionale Famiglie Emigrati.
Il sito è costituito da due sezioni: una intitolata "Esplora e Ricorda" che permette di caricare su una mappa interattiva foto, video o testimonianze sulla città mentre la seconda, "Ispira il Futuro", consente una sorta di "ricostruzione virtuale" in 3D attraverso gli strumenti di modellazione gratuiti forniti da Google.
Un ' applicazione inusuale della tecnologia al servizio della conservazione della memoria.
Il sito è costituito da due sezioni: una intitolata "Esplora e Ricorda" che permette di caricare su una mappa interattiva foto, video o testimonianze sulla città mentre la seconda, "Ispira il Futuro", consente una sorta di "ricostruzione virtuale" in 3D attraverso gli strumenti di modellazione gratuiti forniti da Google.
Un ' applicazione inusuale della tecnologia al servizio della conservazione della memoria.
giovedì 23 giugno 2011
breve riepilogo........ l'esame è alle porte.
Questo post si propone come un piccolo dizionario dei termini informatici più comuni.
Cliccando sarete indirizzati su Wikipedia:
Accesso remoto
Account
Arpanet
Banner
Blog
Blogosfera
Bluetooth
Bookmark
Browser
Chat
Cyberspazio
Dominio
eBook
Feed RSS
Forum
FTP
Home page
HTML
HTTP
Internet
Intranet
iPad
LAN
Link
Modem
Motore di ricerca
Podcasting
Portale
Provider
Server
Social network
Spam
Streaming
TCP/IP
Template
URL
WAN
WWW
Cliccando sarete indirizzati su Wikipedia:
Accesso remoto
Account
Arpanet
Banner
Blog
Blogosfera
Bluetooth
Bookmark
Browser
Chat
Cyberspazio
Dominio
eBook
Feed RSS
Forum
FTP
Home page
HTML
HTTP
Internet
Intranet
iPad
LAN
Link
Modem
Motore di ricerca
Podcasting
Portale
Provider
Server
Social network
Spam
Streaming
TCP/IP
Template
URL
WAN
WWW
martedì 21 giugno 2011
La scrittura online.
Una valida home page di quotidiano presenta particolari caratteristiche quali: grafica pulita ed intiutiva, striscia di notizie flash, menù in primo piano, presenza di photogallery e videogallery a blocchi, di blog illustri, mappa del sito che facilita la consultazione per argomenti, foto per rendere gli articoli più accattivanti, presenza di link (nella funzione di collegamento diretto alla fonte e ad approfondimenti), presenza di forum e sondaggi.
Sebbene i dettami del buon giornalismo valgano per la realizzazione di articoli a prescindere dal medium attraverso cui sono diffusi ( periodi brevi, uso di termini di facile comprensione, notizia all' attacco del pezzo, regola anglosassone delle 5 W), nel caso di un prodotto sviluppato per l'online esistono regole particolari e peculiari ( del mezzo stesso ) da seguire, affinchè il contenuto informativo giunga a destinazione in maniera corretta, stimolando l'interesse dell'utente ed evitando che questo abbandoni la pagina troppo presto.
Si tratta di indicazioni che potrebbero essere così sintetizzate:
Sebbene i dettami del buon giornalismo valgano per la realizzazione di articoli a prescindere dal medium attraverso cui sono diffusi ( periodi brevi, uso di termini di facile comprensione, notizia all' attacco del pezzo, regola anglosassone delle 5 W), nel caso di un prodotto sviluppato per l'online esistono regole particolari e peculiari ( del mezzo stesso ) da seguire, affinchè il contenuto informativo giunga a destinazione in maniera corretta, stimolando l'interesse dell'utente ed evitando che questo abbandoni la pagina troppo presto.
Si tratta di indicazioni che potrebbero essere così sintetizzate:
- Spezzare il testo dell'articolo in più paragrafi, magari introdotti da un breve titolo.
- Frammentare la scrittura in blocchi di 5 o 6 righe per poi andare a capo, lasciando un'interlinea bianca che alleggerisce "visivamente" il documento.
- Utilizzare il "neretto" per le parole chiave.
- Evitare l'uso eccessivo della sottolineatura per non creare ambiguità con l'elemento che caratterizza il link ( il lettore potrebbe pensare erroneamente che si tratti di un collegamento).
- Racchiudere il testo in colonne.
- Evitare testi troppo lunghi che richiedono uno scrolling eccessivo.
- Evitare l'uso eccessivo di colori per le parole.
- Non eccedere con le animazioni.
- Spezzare documenti video molto lunghi ( ma vale la stessa cosa anche per gli audio) in più filmati introdotti da titoli.
domenica 19 giugno 2011
Lo show di Pontida.
Migliaia di persone al raduno leghista di Pontida, su cui erano puntati gli occhi di tutto il mondo politico.
Davanti alla folla Bossi lancia l'ennesimo ultimatum o meglio quello che alcuni, abituati ai suoi exploit, hanno definito un "penultimatum". La leadership di Berlusconi è a rischio e sebbene il leader della Lega sappia che una rottura in questo momento aprirebbe la strada alla sinistra, decide di rilanciare e detta l'agenda del governo con richieste più o meno note: stop alla missione in Libia, Senato federale, riforma fiscale, spostamento di quattro ministeri al nord.
Tra insulti ai giornalisti, minacce non troppo velate al premier e appelli poco cordiali a Tremonti ( a cui chiede di riscrivere il Patto di stabilità per i comuni) va in scena lo show del Carroccio.
E mentre analisti e giornalisti s'interrogano sulla tenuta del governo e sulle conseguenze che, nel quadro politico, avranno queste dichiarazioni, io mi chiedo come sia possibile che nel 2011 si alzi ancora un coro inneggiante alla secessione.
Evidentemente in Italia si può.
Davanti alla folla Bossi lancia l'ennesimo ultimatum o meglio quello che alcuni, abituati ai suoi exploit, hanno definito un "penultimatum". La leadership di Berlusconi è a rischio e sebbene il leader della Lega sappia che una rottura in questo momento aprirebbe la strada alla sinistra, decide di rilanciare e detta l'agenda del governo con richieste più o meno note: stop alla missione in Libia, Senato federale, riforma fiscale, spostamento di quattro ministeri al nord.
Tra insulti ai giornalisti, minacce non troppo velate al premier e appelli poco cordiali a Tremonti ( a cui chiede di riscrivere il Patto di stabilità per i comuni) va in scena lo show del Carroccio.
E mentre analisti e giornalisti s'interrogano sulla tenuta del governo e sulle conseguenze che, nel quadro politico, avranno queste dichiarazioni, io mi chiedo come sia possibile che nel 2011 si alzi ancora un coro inneggiante alla secessione.
Evidentemente in Italia si può.
venerdì 17 giugno 2011
è una minaccia alla libertà di espressione in rete?
Per Fulvio Sarzana, avvocato ed esperto di diritto informatico, la delibera 668/2010 (in materia di violazione del diritto d'autore) potrebbe autorizzare una forma di censura del web tanto da spingelo a promuovere un appello per chiedere all' Agcom di fermarne il cammino.
La bozza di regolamento prevede un sistema di notice and take down ( segnalazione e rimozione di contenuti illeciti ) ad opera dell'autorità amministrativa e non giudiziaria.
Posto il link all'articolo che Fabio Chiusi ha realizzato sul quotidiano online indipendente Lettera 43 in merito a questa vicenda:
http://www.lettera43.it/tecnologia/web/18830/pena-di-morte-digitale.htm
Un altro paese distintosi in questo senso è la Francia, dove il presidente Sarkozy, in occasione del G8 di Parigi dello scorso maggio ha chiesto di "civilizzare il web" attraverso una più stringente regolamentazione dopo l'entrata in vigore della legge Hadopi che, nella sua originaria stesura, prevedeva l'interdizione dell'accesso a internet come risultato di un percorso sanzionatorio in tre tappe.
Nel resto del mondo va anche peggio ( soprattutto nei regimi dittatoriali e questa non è una novità ) : secondo il rapporto 2011 di Reporters sans frontieres un cittadino su quattro subisce una qualche forma di sostanziale censura sul web fino al blackout avvenuto per qualche giorno in Egitto.
E mentre l'accesso ad internet è definito un diritto universale ed inviolabile dalle Nazioni Unite, a limitare la libertà di espressione intervengono vere e proprie legislazioni repressive come in Turchia, dove, a breve, i fornitori di Rete e gli utenti verranno obbligati a sottostare a sistemi di filtraggio degli accessi.
In paesi come l'India, dove si è deciso che i fornitori di servizi debbano rimuovere contenuti offensivi entro 36 ore dalla notifica delle autorità, la definizione di "contenuto illegale" fornita dalle norme è molto vaga.
In Corea del Sud è in vigore il Network Act che proibisce lo scambio di informazioni online che possano compromettere la sicurezza nazionale o che siano considerate diffamatorie anche se vere.
In Arabia Saudita l'apertura di un giornale online, di un blog o di un forum viene autorizzata a livello ministeriale e a patto che si rispetti una lista di condizioni molto precise, stilata dal regime mentre in Iran si lavora per mettere a punto una rete capace di isolare gli utenti dal resto del mondo.
é assolutamente normale, oltre che comprensibilmente giusto, che si combattano anche in Rete crimini quali la pubblicazione di materiale osceno o che inciti all'odio, che danneggi i minori e che violi il diritto d'autore ma siamo sicuri che dietro questo obiettivo, vista l'assenza di una chiara normativa, in alcuni casi, non si nascondano altre finalità?
La bozza di regolamento prevede un sistema di notice and take down ( segnalazione e rimozione di contenuti illeciti ) ad opera dell'autorità amministrativa e non giudiziaria.
Posto il link all'articolo che Fabio Chiusi ha realizzato sul quotidiano online indipendente Lettera 43 in merito a questa vicenda:
http://www.lettera43.it/tecnologia/web/18830/pena-di-morte-digitale.htm
Un altro paese distintosi in questo senso è la Francia, dove il presidente Sarkozy, in occasione del G8 di Parigi dello scorso maggio ha chiesto di "civilizzare il web" attraverso una più stringente regolamentazione dopo l'entrata in vigore della legge Hadopi che, nella sua originaria stesura, prevedeva l'interdizione dell'accesso a internet come risultato di un percorso sanzionatorio in tre tappe.
Nel resto del mondo va anche peggio ( soprattutto nei regimi dittatoriali e questa non è una novità ) : secondo il rapporto 2011 di Reporters sans frontieres un cittadino su quattro subisce una qualche forma di sostanziale censura sul web fino al blackout avvenuto per qualche giorno in Egitto.
E mentre l'accesso ad internet è definito un diritto universale ed inviolabile dalle Nazioni Unite, a limitare la libertà di espressione intervengono vere e proprie legislazioni repressive come in Turchia, dove, a breve, i fornitori di Rete e gli utenti verranno obbligati a sottostare a sistemi di filtraggio degli accessi.
In paesi come l'India, dove si è deciso che i fornitori di servizi debbano rimuovere contenuti offensivi entro 36 ore dalla notifica delle autorità, la definizione di "contenuto illegale" fornita dalle norme è molto vaga.
In Corea del Sud è in vigore il Network Act che proibisce lo scambio di informazioni online che possano compromettere la sicurezza nazionale o che siano considerate diffamatorie anche se vere.
In Arabia Saudita l'apertura di un giornale online, di un blog o di un forum viene autorizzata a livello ministeriale e a patto che si rispetti una lista di condizioni molto precise, stilata dal regime mentre in Iran si lavora per mettere a punto una rete capace di isolare gli utenti dal resto del mondo.
é assolutamente normale, oltre che comprensibilmente giusto, che si combattano anche in Rete crimini quali la pubblicazione di materiale osceno o che inciti all'odio, che danneggi i minori e che violi il diritto d'autore ma siamo sicuri che dietro questo obiettivo, vista l'assenza di una chiara normativa, in alcuni casi, non si nascondano altre finalità?
NEWSEUM.
Gli americani, si sa, sono sempre stati pionieri nel campo dell'informazione, a partire dal sistema che di fatto ha posto le basi del moderno giornalismo:la penny press (abbassamento del costo del giornale, distribuzione affidata agli strilloni, nascita di un'industria editoriale legata al quotidiano, fioritura di un mercato della notizia).
Sono stati i primi anche a realizzare un museo interattivo dedicato al giornalismo.
"Reliquie" le definiremmo noi oggi ma pur sempre importanti oggetti che hanno fatto la storia di una professione che dell'evoluzione tecnologica non ha potuto e non può fare a meno.
Dal microfono della Cbs con cui Murrow raccontava i raid aerei su Londra durante la seconda guerra mondiale a quello che Arnett per la Cnn usava per documentare da Bagdad l'andamento della prima guerra del Golfo:
www.newseum.org
Sono stati i primi anche a realizzare un museo interattivo dedicato al giornalismo.
"Reliquie" le definiremmo noi oggi ma pur sempre importanti oggetti che hanno fatto la storia di una professione che dell'evoluzione tecnologica non ha potuto e non può fare a meno.
Dal microfono della Cbs con cui Murrow raccontava i raid aerei su Londra durante la seconda guerra mondiale a quello che Arnett per la Cnn usava per documentare da Bagdad l'andamento della prima guerra del Golfo:
www.newseum.org
giovedì 16 giugno 2011
Quando una foto vale più di mille parole.
Il ministro che non risponde ai precari della pubblica amministrazione,che li definisce"l'Italia peggiore",che con loro non ritiene neanche doveroso scusarsi.
Il ministro che ha dichiarato guerra ai fannulloni.
Scusate l'ironia......
Il ministro che ha dichiarato guerra ai fannulloni.
Scusate l'ironia......
sabato 4 giugno 2011
a proposito di donne e social network....
Posto qui il link di un articolo pubblicato sul sito del settimanale D di Repubblica riguardante il rapporto tra il pubblico femminile ed i social network più quotati:
http://d.repubblica.it/argomenti/2011/06/03/news/social_network_arrembaggio_al_femminile-334167/index.html
http://d.repubblica.it/argomenti/2011/06/03/news/social_network_arrembaggio_al_femminile-334167/index.html
venerdì 3 giugno 2011
La mia giornata tipo in una redazione televisiva locale: l'importanza dell'Ansa e della Dire.
Questo post ripropone la mia esperienza personale in una redazione televisiva di Bologna in cui ho svolto le mie 250 ore di tirocinio e che ho abbandonato, devo dire con molta nostalgia, un mesetto fa.
Step 1: lettura dei quotidiani con particolare attenzione a quelli locali ( in testa il Carlino e l'Informazione di Bologna e del resto della regione), poi i nazionali: Repubblica, Corrire della Sera, l'Unità, il Giornale e Libero, solo per citarne alcuni.
Step 2: appuntamenti della giornata (conferenze stampa, eventi comunicati alla redazione tramite posta elettronica o contenuti nei fax quotidianamente inviati alla stessa).
Step 3: selezione delle notizie proposte dalle agenzie di stampa che rappresentano la base per un sensibile numero di servizi mandati in onda nel tg.( Ansa e Dire, che meritano un approfondimento particolare).
La Dire è un'agenzia d'informazione politico-parlamentare diretta da Giuseppe Pace che nel proprio sito mette a disposizione 6 notiziari quotidiani, forum di discussione, rassegna stampa e dossier tematici.
Più nota è l' Ansa , la prima nonchè principale agenzia di stampa italiana fondata nel 1945 con sede a Roma; vanta una presenza capillare su tutto il territorio nazionale e una rete di uffici all'estero che copre i 5 continenti. Ha 22 sedi regionali ed è presente in oltre 79 località di 74 paesi fornendo pertanto una copertura completa degli avvenimenti più importanti dell'attualità italiana e straniera.
Trasmette notizie ai mezzi d'informazione italiani, alle istituzioni nazionali, locali ed internazionali, alle associazioni di categoria, ai partiti ed ai sindacati; in linea dal '98, il sito offre rubriche e servizi speciali, organizzati in canali. Dal 2003 è presente il notiziario multimediale Ansalive. Tramite ANSAMED poi, è possibile visionare le notizie che riguardano il bacino del Mediterraneo.
Grazie al portale si possono inviare messaggi di posta elettronica, contributi che, una volta controllati e verificati, possono dare origine a notizie ed approfondimenti. Un passo importante se si considera il fatto che il giornalismo dell'Ansa è sinonimo d'informazione di base, è fatto di " notizie schiette ", con pochi aggettivi qualitativi e nessun commento personale, in antitesi rispetto alla blogosfera e al giornalismo civico, alimentati da contributi che provengono da privati cittadini disposti ad intervenire, interagire, discutere, contributi non professionalmente "certificati" ma che possono rivelarsi complementari all'informazione tradizionale (si pensi che grandi agenzie internazionali come l'Associated Press hanno da tempo stretto alleanze con i blog e coi siti di giornalismo partecipativo più affidabili).
Da sottolineare poi, come l' Ansa abbia utilizzato in alcuni casi anche i video girati dai comuni cittadini.
Le agenzie di stampa presentano una doppia natura (perchè producono e distribuiscono autonomamente notizie e sono, al tempo stesso, fonti per i mass media), che si rispecchia in un duplice processo di costruzione della notizia (nelle redazioni dell' agenzia e poi in quelle dei media). La notizia d'agenzia è solitamente concepita come un flash, ossia un paio di righe che si limitano a comunicare l'evento in maniera secca oppure come un take, cioè una notizia concisa costruita secondo la regola della 5 w e questo per offrire la massima possibilità di manipolazione redazionale.
Tornando alla mia esperienza (il lavoro non è certo finito):
Step 4: stesura del servizio, registrazione vocale e montaggio grazie alle nuove tecnologie digitali che permettono un'accurata e veloce realizzazione del prodotto finale (anche se qualcuno preferisce ancora usare il vecchio sistema analogico).
Step 5: riunione della redazione (ad eccezione del conduttore) che commenta il risultato del proprio lavoro durante la messa in onda del tg.
Step 1: lettura dei quotidiani con particolare attenzione a quelli locali ( in testa il Carlino e l'Informazione di Bologna e del resto della regione), poi i nazionali: Repubblica, Corrire della Sera, l'Unità, il Giornale e Libero, solo per citarne alcuni.
Step 2: appuntamenti della giornata (conferenze stampa, eventi comunicati alla redazione tramite posta elettronica o contenuti nei fax quotidianamente inviati alla stessa).
Step 3: selezione delle notizie proposte dalle agenzie di stampa che rappresentano la base per un sensibile numero di servizi mandati in onda nel tg.( Ansa e Dire, che meritano un approfondimento particolare).
La Dire è un'agenzia d'informazione politico-parlamentare diretta da Giuseppe Pace che nel proprio sito mette a disposizione 6 notiziari quotidiani, forum di discussione, rassegna stampa e dossier tematici.
Più nota è l' Ansa , la prima nonchè principale agenzia di stampa italiana fondata nel 1945 con sede a Roma; vanta una presenza capillare su tutto il territorio nazionale e una rete di uffici all'estero che copre i 5 continenti. Ha 22 sedi regionali ed è presente in oltre 79 località di 74 paesi fornendo pertanto una copertura completa degli avvenimenti più importanti dell'attualità italiana e straniera.
Trasmette notizie ai mezzi d'informazione italiani, alle istituzioni nazionali, locali ed internazionali, alle associazioni di categoria, ai partiti ed ai sindacati; in linea dal '98, il sito offre rubriche e servizi speciali, organizzati in canali. Dal 2003 è presente il notiziario multimediale Ansalive. Tramite ANSAMED poi, è possibile visionare le notizie che riguardano il bacino del Mediterraneo.
Grazie al portale si possono inviare messaggi di posta elettronica, contributi che, una volta controllati e verificati, possono dare origine a notizie ed approfondimenti. Un passo importante se si considera il fatto che il giornalismo dell'Ansa è sinonimo d'informazione di base, è fatto di " notizie schiette ", con pochi aggettivi qualitativi e nessun commento personale, in antitesi rispetto alla blogosfera e al giornalismo civico, alimentati da contributi che provengono da privati cittadini disposti ad intervenire, interagire, discutere, contributi non professionalmente "certificati" ma che possono rivelarsi complementari all'informazione tradizionale (si pensi che grandi agenzie internazionali come l'Associated Press hanno da tempo stretto alleanze con i blog e coi siti di giornalismo partecipativo più affidabili).
Da sottolineare poi, come l' Ansa abbia utilizzato in alcuni casi anche i video girati dai comuni cittadini.
Le agenzie di stampa presentano una doppia natura (perchè producono e distribuiscono autonomamente notizie e sono, al tempo stesso, fonti per i mass media), che si rispecchia in un duplice processo di costruzione della notizia (nelle redazioni dell' agenzia e poi in quelle dei media). La notizia d'agenzia è solitamente concepita come un flash, ossia un paio di righe che si limitano a comunicare l'evento in maniera secca oppure come un take, cioè una notizia concisa costruita secondo la regola della 5 w e questo per offrire la massima possibilità di manipolazione redazionale.
Tornando alla mia esperienza (il lavoro non è certo finito):
Step 4: stesura del servizio, registrazione vocale e montaggio grazie alle nuove tecnologie digitali che permettono un'accurata e veloce realizzazione del prodotto finale (anche se qualcuno preferisce ancora usare il vecchio sistema analogico).
Step 5: riunione della redazione (ad eccezione del conduttore) che commenta il risultato del proprio lavoro durante la messa in onda del tg.
INTERNET E IL DIGITALE AIUTANO IL LAVORO DI REDAZIONE?
Si parla di giornalismo televisivo: l'intervista, pubblicata sul n6 della rivista LINK risale a pochi anni fa.
"Il contributo più importante di internet, secondo me, è aver tolto l'arroganza: i giornalisti prima inventavano e nessuno li smentiva, tranne magari un poveretto che mandava una lettera che regolarmente finiva nel cestino. Adesso alcuni colleghi che da anni seguivo con l'occhio un pò divertito per le panzane che sparavano, bhe, non le sparano più, perchè sul web si sono presi tali frustate che... "GIANNI RIOTTA (ex direttore TG1).
"Tutte le innovazioni aiutano. Internet e le tecnologie digitali per la produzione si integrano, perchè la prima ci impone ritmi sempre più veloci e quadri in rapido mutamento, mentre il digitale ci riporta su un piano alto di qualità tecnologica e di immagine. Con la miscela giusta potremo avere una tv del futuro in grado di coniugare velocità e qualità."MAURO MAZZA (ex direttore TG2).
"Ha rivoluzionato il nostro lavoro. Un tempo lo spettatore alla sera si metteva digiuno di informazioni davanti al televisore e voleva avere un quadro completo di quanto accaduto nella giornata. Oggi sa già tutto, o comunque molto. Questo ci costringe a non annunciare solo i fatti, ma a offrire qualcosa di più. é qualcosa di simile alla cosiddetta settimanalizzazione dei quotidiani. La digitalizzazione, e in genere l'evoluzione tecnologica (processo in cui tutte le tv italiane sono molto indietro rispetto alla concorrenza estera), sono un momento cruciale che sta cambiando il nostro modo di lavorare: dai montaggi a un uso più veloce e meno macchinoso delle dirette nazionali ed estere."ANTONIO DI BELLA (ex direttore TG3).
"Le tecnologie accorciano i tempi di tutto il lavoro giornalistico e permettono un costante rifornimento di materiale. L'informazione televisiva ha così trovato, attraverso internet, il carburante continuo perchè la locomotiva possa andare sempre più veloce. é un'enorme fonte di notizie, spunti, aggiornamenti".EMILIO FEDE (direttore TG4).
"La penetrazione delle reti digitali ha permesso la nascita del reporter diffuso. Non parlo solo di internet, ma anche della telefonia mobile. Un tempo per garantire un collegamento sul posto era necessario un lavoro molto dispendioso. Con il videofonino possiamo collegarci con l' Italia intera, quasi tutta Europa e gran parte del mondo con una velocità e una semplicità disarmanti. Ci sono zone del pianeta dove è difficilissimo mandare operatori. In molti casi si portano delle piccole telecamere, in una prospettiva futura potrebbe bastare un cellulare". CLEMENTE J. MIMUN (direttore TG5).
"C'è un'interazione costante con internet . Tutte le storie che facciamo in tv, dalla bambina che ha una malattia gravissima al caso di malasanità, nascono da un contatto con la redazione attraverso il sito. Pensiamo di espandere sempre più questo rapporto diretto con i nostri telespettatori: il prossimo passo è Secon Life. La prima redazione di un telegiornale dentro SL, con il mio avatar e quello dei giornalisti che lavorano con me. Poi, il lavoro di redazione è cambiato totalmente. Vorrei però sottolineare anche un aspetto negativo legato alla diffusione di internet nelle redazioni: l' impoverimento dei giornalisti, che prima leggevano molto di più e andavano direttamente alla fonte. Adesso si accontentano troppo spesso di fonti intermedie, prendendo per buono quello che si trova sui siti perchè è troppo complicato raggiungere la fonte primaria". GIORGIO MULè (ex direttore Studio Aperto).
"Assolutamente sì. Con internet i tempi per controlli e verifiche si sono accorciati. Con la digitalizzazione gli spazi fisici si sono allargati e ordinati: per esempio, sono scomparse quelle orrende pile di cassette, arredo consueto di ogni redazione telegiornalistica. Consentendo in definitiva una velocità d' intervento assolutamente inimmaginabile fino a poco tempo fa". ANTONELLO PIROSO (ex direttore TG LA7).
"L' arrivo di internet ha introdotto in tutte le redazioni del mondo l' accesso immediato a una mole di notizie e di fonti inimmaginabili fino a pochi anni fa. Internet rappresenta ormai un prezioso strumento di lavoro per ogni giornalista, così come la tecnologia digitale, grazie alla quale è possibile gestire la ricezione di contributi audio e video dall' intero pianeta con costi e tempi minori". EMILIO CARELLI (direttore Sky TG24).
"Il contributo più importante di internet, secondo me, è aver tolto l'arroganza: i giornalisti prima inventavano e nessuno li smentiva, tranne magari un poveretto che mandava una lettera che regolarmente finiva nel cestino. Adesso alcuni colleghi che da anni seguivo con l'occhio un pò divertito per le panzane che sparavano, bhe, non le sparano più, perchè sul web si sono presi tali frustate che... "GIANNI RIOTTA (ex direttore TG1).
"Tutte le innovazioni aiutano. Internet e le tecnologie digitali per la produzione si integrano, perchè la prima ci impone ritmi sempre più veloci e quadri in rapido mutamento, mentre il digitale ci riporta su un piano alto di qualità tecnologica e di immagine. Con la miscela giusta potremo avere una tv del futuro in grado di coniugare velocità e qualità."MAURO MAZZA (ex direttore TG2).
"Ha rivoluzionato il nostro lavoro. Un tempo lo spettatore alla sera si metteva digiuno di informazioni davanti al televisore e voleva avere un quadro completo di quanto accaduto nella giornata. Oggi sa già tutto, o comunque molto. Questo ci costringe a non annunciare solo i fatti, ma a offrire qualcosa di più. é qualcosa di simile alla cosiddetta settimanalizzazione dei quotidiani. La digitalizzazione, e in genere l'evoluzione tecnologica (processo in cui tutte le tv italiane sono molto indietro rispetto alla concorrenza estera), sono un momento cruciale che sta cambiando il nostro modo di lavorare: dai montaggi a un uso più veloce e meno macchinoso delle dirette nazionali ed estere."ANTONIO DI BELLA (ex direttore TG3).
"Le tecnologie accorciano i tempi di tutto il lavoro giornalistico e permettono un costante rifornimento di materiale. L'informazione televisiva ha così trovato, attraverso internet, il carburante continuo perchè la locomotiva possa andare sempre più veloce. é un'enorme fonte di notizie, spunti, aggiornamenti".EMILIO FEDE (direttore TG4).
"La penetrazione delle reti digitali ha permesso la nascita del reporter diffuso. Non parlo solo di internet, ma anche della telefonia mobile. Un tempo per garantire un collegamento sul posto era necessario un lavoro molto dispendioso. Con il videofonino possiamo collegarci con l' Italia intera, quasi tutta Europa e gran parte del mondo con una velocità e una semplicità disarmanti. Ci sono zone del pianeta dove è difficilissimo mandare operatori. In molti casi si portano delle piccole telecamere, in una prospettiva futura potrebbe bastare un cellulare". CLEMENTE J. MIMUN (direttore TG5).
"C'è un'interazione costante con internet . Tutte le storie che facciamo in tv, dalla bambina che ha una malattia gravissima al caso di malasanità, nascono da un contatto con la redazione attraverso il sito. Pensiamo di espandere sempre più questo rapporto diretto con i nostri telespettatori: il prossimo passo è Secon Life. La prima redazione di un telegiornale dentro SL, con il mio avatar e quello dei giornalisti che lavorano con me. Poi, il lavoro di redazione è cambiato totalmente. Vorrei però sottolineare anche un aspetto negativo legato alla diffusione di internet nelle redazioni: l' impoverimento dei giornalisti, che prima leggevano molto di più e andavano direttamente alla fonte. Adesso si accontentano troppo spesso di fonti intermedie, prendendo per buono quello che si trova sui siti perchè è troppo complicato raggiungere la fonte primaria". GIORGIO MULè (ex direttore Studio Aperto).
"Assolutamente sì. Con internet i tempi per controlli e verifiche si sono accorciati. Con la digitalizzazione gli spazi fisici si sono allargati e ordinati: per esempio, sono scomparse quelle orrende pile di cassette, arredo consueto di ogni redazione telegiornalistica. Consentendo in definitiva una velocità d' intervento assolutamente inimmaginabile fino a poco tempo fa". ANTONELLO PIROSO (ex direttore TG LA7).
"L' arrivo di internet ha introdotto in tutte le redazioni del mondo l' accesso immediato a una mole di notizie e di fonti inimmaginabili fino a pochi anni fa. Internet rappresenta ormai un prezioso strumento di lavoro per ogni giornalista, così come la tecnologia digitale, grazie alla quale è possibile gestire la ricezione di contributi audio e video dall' intero pianeta con costi e tempi minori". EMILIO CARELLI (direttore Sky TG24).
giovedì 2 giugno 2011
E dopo le amministrative facebook si mobilita per i referendum.
Queste elezioni amministrative sono state, inutile negarlo, diverse dal solito.
Lo scontro "al calor bianco", vista l'importanza della posta in gioco, ha coinvolto il popolo del social network in modo preponderante( e non mi riferisco ai profili "ufficiali" dei candidati ma ai "gruppi" nati per sostenerli, come ho evidenziato nel post precedente ).
Archiviata questa pagina si guarda ai quesiti referendari e qui il social network "INFORMA, MOBILITA, COINVOLGE" come forse non aveva mai fatto: dietro lo slogan "pubblicizziamo il referendum perchè i mezzi di comunicazione tradizionali non lo faranno abbastanza"( il riferimento principale è al mezzo televisivo), si legge una chiara insoddisfazione rispetto all'informazione istituzionale e tutta la voglia delle giovani generazioni di partecipare attivamente ai cambiamenti in atto.
Intanto la Commissione servizi e prodotti dell'Agcom, l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, dopo un'interlocuzione con la Commissione Parlamentare di Vigilanza, ha ritenuto che "la collocazione nei palinsesti dei messaggi autogestiti relativi ai referendum, finora attuata dalla Rai non è conforme ai principi del regolamento della Commissione sulla par condicio referendaria" (fonte: Adnkronos) : l'Autorità quindi richiama la concessionaria pubblica affinchè realizzi una collocazione dei messaggi idonea a garantire l'obiettivo del maggiore ascolto, come previsto dalle disposizioni vigenti mentre le reti Mediaset trasmettono questi stessi messaggi oggi per la prima volta subito dopo il tg delle 13, dopo il sì della Cassazione sul quesito che riguarda il nucleare.
Al di là della polemica quello che m'interessa sottolineare è il fatto che il social network si stia mobilitando fortemente in questo senso attraverso gruppi ed eventi.
Per sapere rispetto a cosa si voterà:
http://www.repubblica.it/politica/2011/03/03/news/quesiti_referendum-13130298/
Lo scontro "al calor bianco", vista l'importanza della posta in gioco, ha coinvolto il popolo del social network in modo preponderante( e non mi riferisco ai profili "ufficiali" dei candidati ma ai "gruppi" nati per sostenerli, come ho evidenziato nel post precedente ).
Archiviata questa pagina si guarda ai quesiti referendari e qui il social network "INFORMA, MOBILITA, COINVOLGE" come forse non aveva mai fatto: dietro lo slogan "pubblicizziamo il referendum perchè i mezzi di comunicazione tradizionali non lo faranno abbastanza"( il riferimento principale è al mezzo televisivo), si legge una chiara insoddisfazione rispetto all'informazione istituzionale e tutta la voglia delle giovani generazioni di partecipare attivamente ai cambiamenti in atto.
Intanto la Commissione servizi e prodotti dell'Agcom, l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, dopo un'interlocuzione con la Commissione Parlamentare di Vigilanza, ha ritenuto che "la collocazione nei palinsesti dei messaggi autogestiti relativi ai referendum, finora attuata dalla Rai non è conforme ai principi del regolamento della Commissione sulla par condicio referendaria" (fonte: Adnkronos) : l'Autorità quindi richiama la concessionaria pubblica affinchè realizzi una collocazione dei messaggi idonea a garantire l'obiettivo del maggiore ascolto, come previsto dalle disposizioni vigenti mentre le reti Mediaset trasmettono questi stessi messaggi oggi per la prima volta subito dopo il tg delle 13, dopo il sì della Cassazione sul quesito che riguarda il nucleare.
Al di là della polemica quello che m'interessa sottolineare è il fatto che il social network si stia mobilitando fortemente in questo senso attraverso gruppi ed eventi.
Per sapere rispetto a cosa si voterà:
http://www.repubblica.it/politica/2011/03/03/news/quesiti_referendum-13130298/
A proposito di comunicazione politica.
noioggi: La Partita del cuore: tanti fischi alla nazionale ...: "Ieri, come molti sanno, si è disputata a Parma la Partita del cuore, che ha visto schierate tre squadre: la nazionale italiana cantanti, la ..."
Blog di Livio Lepratto: La rivoluzione dell'editoria e l'eBook
Blog di Livio Lepratto: La rivoluzione dell'editoria e l'eBook: "Il mondo dell'editoria libraria sta profondamente mutando, in questi ultimi mesi più che mai. Di crisi si parla a proposito dell'editoria co..."
mercoledì 25 maggio 2011
L'effetto Pisapia impazza su Facebook.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/05/24/e-tutta-colpa-di-pisapia/113401/
é all'attenzione non solo de "Il Fatto Quotidiano" ma di chiunque abbia una pagina facebook, l'effetto "Pisapia",che in questi giorni impazza sul social network e c'è da scommettere che continuerà fino a quando non verranno resi noti i risultati del ballottaggio alle amministrative di Milano. La parola d'ordine è ironizzare sul candidato preferito (trattamento che, solitamente, veniva riservato a quello più "indigesto").
Infatti è proprio questa la vera novità: nel gruppo, che ad oggi conta più di 60000 iscritti, si gioca a prendere in giro il candidato di centrosinistra per rispondere, in qualche modo, alla presentazione che i partiti avversari hanno fatto di lui. Si tratta di una pagina esilerante dal titolo"é tutto colpa di Pisapia" nella quale al candidato sindaco vengono attribuite le azioni più improbabili scimmiottando la situazione negativa paventata dal centrodestra a cui andrebbe incontro Milano qualora dovesse passare "in mani avversarie".
Anche questo è un modo per esprimere il proprio disappunto e a giudicare dalla rapidità con cui sale il numero degli iscritti, sembra che il popolo della Rete, in questo senso, non sia disposto a tirarsi indietro.
é all'attenzione non solo de "Il Fatto Quotidiano" ma di chiunque abbia una pagina facebook, l'effetto "Pisapia",che in questi giorni impazza sul social network e c'è da scommettere che continuerà fino a quando non verranno resi noti i risultati del ballottaggio alle amministrative di Milano. La parola d'ordine è ironizzare sul candidato preferito (trattamento che, solitamente, veniva riservato a quello più "indigesto").
Infatti è proprio questa la vera novità: nel gruppo, che ad oggi conta più di 60000 iscritti, si gioca a prendere in giro il candidato di centrosinistra per rispondere, in qualche modo, alla presentazione che i partiti avversari hanno fatto di lui. Si tratta di una pagina esilerante dal titolo"é tutto colpa di Pisapia" nella quale al candidato sindaco vengono attribuite le azioni più improbabili scimmiottando la situazione negativa paventata dal centrodestra a cui andrebbe incontro Milano qualora dovesse passare "in mani avversarie".
domenica 22 maggio 2011
Home page: regole e variazioni. La Gazzetta del Mezzogiorno.
L'home page di qualunque sito ha una fondamentale funzione d'orientamento e questo vale ancor di più se si parla di un giornale on line che deve proporre la sua offerta di notizie proprio come se fosse una vetrina. Le linee guida a cui un quotidiano on line dovrebbe ispirarsi prevedono che la grafica sia pulita ed intuitiva, come nel caso della Gazzetta del Mezzogiorno( che ho scelto di analizzare in omaggio alle mie origini pugliesi ).
Altro elemento degno di nota è la presenza della bandiera tricolore sotto il titolo (come nel caso del Corriere della Sera mentre il Carlino propone una coccarda, chiaro omaggio ai 150 anni dell'unità d'Italia).
Per approfondire l'informazione relativa alle due regioni interessate dalla "pubblicazione"(Puglia e Basilicata) è necessario cliccare sul link che le identifica come anche nel caso in cui si vogliano consultare le pagine relative alle altre sezioni ( sport, Italia, Mondo, economia, spettacolo) mentre la presenza della striscia di notizie flash che scorre sulla parte destra non tradisce l'altra importante regola della corretta home page.
Una buona mappa del sito facilita la consultazione per argomenti, tuttavia l'home page del quotidiano non presenta una lunghezza eccessiva (almeno se paragonata a quella della Repubblica), sono presenti fotogallery e videogallery a blocchi, foto che rendono gli articoli più accattivanti e blocchi che rendono la pagina segmentata.
L'articolo principale non occupa, però, l'intera larghezza della stessa, per metà dedicata alla " video notizia" tratta da ANSAtg ma è comunque corredato da link che portano a pagine di commenti (come nel caso di tutti gli articoli presenti). Non mancano sondaggi, blog e forum mentre nella seconda parte della pagina, accanto alle notizie sono presenti grafici relativi al meteo, alla qualità dell'aria e alla situazione dei voli che interessano la regione, in tempo reale. Per concludere segnalo un link che ha attirato la mia attenzione dal nome "Pronto Gazzetta"collocato subito sotto la striscia degli articoli più recenti, attraverso il quale, il lettore, può inviare segnalazioni in merito a problemi con la burocrazia, la sanità o le istituzioni affichè possano essere approfondite dalla redazione. In basso a destra, infine, la possibilità di consultare gli articoli più letti o più commentati.
Gli esponenti del giornalismo on line, guardati inizialmente con sospetto dai colleghi della carta stampata, della radio e della televisione, hanno saputo conquistare sempre più la stima e la fiducia dei lettori e un certo grado di credibilità che inizialmente si faticava ad attribuire loro, grazie alla pratica di "linkare"le fonti ed i documenti utilizzati per la stesura del pezzo. Questo consente al lettore di formarsi un'idea propria e di giudicare il lavoro svolto dal cronista. Mail, blog, forum fanno in modo che i cittadini possano esercitare anche una forma di controllo su quanto viene scritto e questo permette loro di sentire il giornalista "più vicino".
Che i giornalisti dell'online debbano insegnare ai colleghi che a volte è importante ed anche formativo potersi mettere in gioco?
Per approfondire l'informazione relativa alle due regioni interessate dalla "pubblicazione"(Puglia e Basilicata) è necessario cliccare sul link che le identifica come anche nel caso in cui si vogliano consultare le pagine relative alle altre sezioni ( sport, Italia, Mondo, economia, spettacolo) mentre la presenza della striscia di notizie flash che scorre sulla parte destra non tradisce l'altra importante regola della corretta home page.
L'articolo principale non occupa, però, l'intera larghezza della stessa, per metà dedicata alla " video notizia" tratta da ANSAtg ma è comunque corredato da link che portano a pagine di commenti (come nel caso di tutti gli articoli presenti). Non mancano sondaggi, blog e forum mentre nella seconda parte della pagina, accanto alle notizie sono presenti grafici relativi al meteo, alla qualità dell'aria e alla situazione dei voli che interessano la regione, in tempo reale. Per concludere segnalo un link che ha attirato la mia attenzione dal nome "Pronto Gazzetta"collocato subito sotto la striscia degli articoli più recenti, attraverso il quale, il lettore, può inviare segnalazioni in merito a problemi con la burocrazia, la sanità o le istituzioni affichè possano essere approfondite dalla redazione. In basso a destra, infine, la possibilità di consultare gli articoli più letti o più commentati.
Gli esponenti del giornalismo on line, guardati inizialmente con sospetto dai colleghi della carta stampata, della radio e della televisione, hanno saputo conquistare sempre più la stima e la fiducia dei lettori e un certo grado di credibilità che inizialmente si faticava ad attribuire loro, grazie alla pratica di "linkare"le fonti ed i documenti utilizzati per la stesura del pezzo. Questo consente al lettore di formarsi un'idea propria e di giudicare il lavoro svolto dal cronista. Mail, blog, forum fanno in modo che i cittadini possano esercitare anche una forma di controllo su quanto viene scritto e questo permette loro di sentire il giornalista "più vicino".
Che i giornalisti dell'online debbano insegnare ai colleghi che a volte è importante ed anche formativo potersi mettere in gioco?
DIO PERDONA, INTERNET NO.
O meglio, non dimentica niente. Si tratta della conclusione a cui giunge l'articolo del giornalista di Repubblica Riccardo Staglianò, pubblicato qualche giorno fa sul sito del quotidiano e rintracciabile alla "sezione" tecnologia:
http://www.repubblica.it/tecnologia/2011/05/19/news/internet_biografia-16459400/
Il primo "spione" è Google, la memoria storica che permette di rintracciare informazioni immettendo semplicemente il nome della persona. Provare per credere!
Inoltre, tutto quello che scriviamo, sostiene il giornalista, potrebbe essere usato contro di noi, pubblicitariamente parlando, perchè il sistema analizza i testi per accoppiarci pubblicità pertinenti.
Niente di più vero! A chi non è mai capitato di cercare in rete informazioni su un hotel da prenotare e poi veder apparire, in maniera impertinente, quelle stesse proposte sulla pagina della propria mail?
Uno stato di cose certamente meno preoccupante di quanto possa apparire, a parere del giornalista, che chiude il suo articolo con un semplice consiglio:" Basta essere consapevoli e comportarsi di conseguenza".
Ma come mettere in pratica questo consiglio? Continuare a navigare con la consapevolezza che la Rete possa ricostruire spezzoni della nostra vita o rinunciarvi? Cosa ne pensate?
http://www.repubblica.it/tecnologia/2011/05/19/news/internet_biografia-16459400/
Inoltre, tutto quello che scriviamo, sostiene il giornalista, potrebbe essere usato contro di noi, pubblicitariamente parlando, perchè il sistema analizza i testi per accoppiarci pubblicità pertinenti.
Niente di più vero! A chi non è mai capitato di cercare in rete informazioni su un hotel da prenotare e poi veder apparire, in maniera impertinente, quelle stesse proposte sulla pagina della propria mail?
Uno stato di cose certamente meno preoccupante di quanto possa apparire, a parere del giornalista, che chiude il suo articolo con un semplice consiglio:" Basta essere consapevoli e comportarsi di conseguenza".
Ma come mettere in pratica questo consiglio? Continuare a navigare con la consapevolezza che la Rete possa ricostruire spezzoni della nostra vita o rinunciarvi? Cosa ne pensate?
Le principali risorse italiane e straniere sull'informazione on line, i siti di giornali, periodici, radio, tv, agenzie di stampa ed editori, i portali generalisti, tematici e locali, le concessionarie di pubblicità e le società di consulenza web. Al suo interno Webtime, Osservatorio sull'informazione on line.
giovedì 12 maggio 2011
Il quotidiano sbarca in rete
L'anno è il 1995 e nelle redazioni dei quotidiani la curiosità supera la diffidenza avvertita nei confronti di Internet. A fare da apripista è "L'Unione Sarda" seguita dall'"Unità" e dal "Corriere della Sera",che presenta, però, una semplice trasposizione su internet dei contenuti dell'edizione stampata( soltanto nella primavera del 2000 si potrà parlare di una versione più evoluta con news aggiornate in tempo reale, approfondimenti, rubriche e forum).
Ma la prudenza resta anche perchè il numero degli utenti in Italia è ancora scarso.
Il primo reale esperimento è quello della "Repubblica" nel 1996 e il successo riscosso convince l'editore a sostenere un più ambizioso progetto di giornale online l'anno dopo,a vent'anni dalla sua fondazione: La Repubblica.it, che subito si distingue per il tentativo di realizzare un quotidiano online che dia spazio alle notizie del giorno, realizzate in tempo reale da una redazione composta da sei giornalisti e cinque operatori web.
Il boom dei giornali online si verifica nel 1999 e continua negli anni successivi grazie al diffondersi della banda larga, dell' alfabetizzazione digitale della popolazione e dell'esplosione del web 2.0 (My Space, Wikipedia, Youtube).
Molti giovani si spostano sull'edizione online mentre alcune testate annunciano il sorpasso sulla tiratura dell'edizione cartacea ma la morte del quotiano tradizionale, sempre annunciata, dalla nascita della radio in poi non si verifica( fortunatamente aggiungerei, considerando il fatto che sfogliare quelle pagine, mentre in autobus ci si reca al lavoro al mattino, rappresenta sempre un piacevole e affascinante rituale a cui, nonostante le potenzialità dell'informazione in rete, di certo più veloce ed immediata,si spera di non dover rinunciare).
Ma la prudenza resta anche perchè il numero degli utenti in Italia è ancora scarso.
Il primo reale esperimento è quello della "Repubblica" nel 1996 e il successo riscosso convince l'editore a sostenere un più ambizioso progetto di giornale online l'anno dopo,a vent'anni dalla sua fondazione: La Repubblica.it, che subito si distingue per il tentativo di realizzare un quotidiano online che dia spazio alle notizie del giorno, realizzate in tempo reale da una redazione composta da sei giornalisti e cinque operatori web.
Il boom dei giornali online si verifica nel 1999 e continua negli anni successivi grazie al diffondersi della banda larga, dell' alfabetizzazione digitale della popolazione e dell'esplosione del web 2.0 (My Space, Wikipedia, Youtube).
Molti giovani si spostano sull'edizione online mentre alcune testate annunciano il sorpasso sulla tiratura dell'edizione cartacea ma la morte del quotiano tradizionale, sempre annunciata, dalla nascita della radio in poi non si verifica( fortunatamente aggiungerei, considerando il fatto che sfogliare quelle pagine, mentre in autobus ci si reca al lavoro al mattino, rappresenta sempre un piacevole e affascinante rituale a cui, nonostante le potenzialità dell'informazione in rete, di certo più veloce ed immediata,si spera di non dover rinunciare).
La notizia online
Perchè internet è il veicolo tecnologicamente più idoneo a diffondere le notizie:
- OBBEDISCE AL CRESCENTE BISOGNO DI SINTESI INFORMATIVA ESPRESSO DALLA SOCIETà CONTEMPORANEA.
- FORNISCE LA POSSIBILITà AI FRUITORI D'INTERAGIRE CON I PRODUTTORI DELLE NOTIZIE.
- PERMETTE L'AGGIORNAMENTO DEL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE.
mercoledì 11 maggio 2011
2 opinioni a confronto:
Sfogliando il manuale "Professione giornalista" adottato per la preparazione di alcuni esami mi sono imbattuta in un "duello verbale a distanza" tra il giornalista americano Dan Gillmor e l'autrice di The Weblog Handbook, Rebecca Blood. Credo sia interessante riportarne i contenuti, soprattutto per fornire due diversi punti di vista in relazione alle domande che ho fornulato del post precedente.
Secondo il primo, infatti, il weblog è a tutti gli effetti un prodotto giornalistico:
"I weblog sono certamente parte del processo che sviluppa il giornalismo. Sto parlando della tendenza al giornalismo fai da te. Noi pensiamo al giornalismo nei termini del modello di mass media invalso alla fine del ventesimo secolo, dove i redattori selezionano notizie dalle fonti e le diffondono ai loro lettori. Ciò che ci troviamo davanti di stupefacente adesso è il processo di gente via via coinvolta nella creazione d'informazioni che sono valide e spesso accurate"
Secondo la Blood, invece, diventa necessario stabilire la differenza tra blog personali e blog pubblicati all'interno di un giornale:
"Io non conosco nessun weblog personale che si avvicini a presentare una storia completa. Io non credo che le cronache personali che si trovano nella maggior parte dei blog siano giornalismo. Per quanto mi riguarda ci sono standard giornalistici di completezza, di accuratezza, di imparzialità. I giornalisti tendono ad affidarsi alle fonti. Essi fanno più che dare il semplice resoconto di un testimone. Essi cercano 17 diversi resoconti per garantire una storia completa"
In Italia, poi, l'iscrizione all'Ordine, necessaria per definire la figura del professionista, rende ancor più netta la distinzione tra giornalista e blogger.
Secondo il primo, infatti, il weblog è a tutti gli effetti un prodotto giornalistico:
"I weblog sono certamente parte del processo che sviluppa il giornalismo. Sto parlando della tendenza al giornalismo fai da te. Noi pensiamo al giornalismo nei termini del modello di mass media invalso alla fine del ventesimo secolo, dove i redattori selezionano notizie dalle fonti e le diffondono ai loro lettori. Ciò che ci troviamo davanti di stupefacente adesso è il processo di gente via via coinvolta nella creazione d'informazioni che sono valide e spesso accurate"
Secondo la Blood, invece, diventa necessario stabilire la differenza tra blog personali e blog pubblicati all'interno di un giornale:
"Io non conosco nessun weblog personale che si avvicini a presentare una storia completa. Io non credo che le cronache personali che si trovano nella maggior parte dei blog siano giornalismo. Per quanto mi riguarda ci sono standard giornalistici di completezza, di accuratezza, di imparzialità. I giornalisti tendono ad affidarsi alle fonti. Essi fanno più che dare il semplice resoconto di un testimone. Essi cercano 17 diversi resoconti per garantire una storia completa"
In Italia, poi, l'iscrizione all'Ordine, necessaria per definire la figura del professionista, rende ancor più netta la distinzione tra giornalista e blogger.
Un pò di storia.
Stabilire la data di nascita dei blog è un'operazione non certo facile. Se si ritiene che il blog sia la naturale evoluzione dei vecchi sistemi di pubblicazione, allora la sua origine si può far risalire al primo sito web: la pagina costruita da Tim Berners-Lee sui server del Cern di Ginevra nel 1991. Il documento What's new raccoglieva i link di tutti i nuovi siti che venivano messi online. Se invece consideriamo il blog come un sito realizzabile da chiunque grazie alla semplificazione della tecnologia, il suo primo utilizzo risalirebbe alla fine degli anni '90. Nel post precedente abbiamo parlato di quanto sia stato importante il ruolo della Rete nel veicolare le notizie riguardo agli attentati di New York ma ci sono state altre situazioni in cui questo strumento ha espresso le sue potenzialità informative.
Pensiamo, ad esempio, alla guerra del Golfo. Nel 2003 i blog, capaci di sfuggire ad ogni controllo, fornirono un'informazione, certo non ufficiale, ma sicuramente in grado di condizionare la scelta dei temi trattati dai media tradizionali. Si sviluppò in questo periodo, il fenomeno dei warblog, i diari dei soldati che raccontavano il conflitto direttamente dal fronte poichè dotati di computer satellitari.
Un altro esempio può essere rappresentato dal ruolo svolto dai blog durante lo tsunami del 26 dicembre 2004 che colpì le coste del Sudest Asiatico. I blog, per primi raccolsero informazioni utili sui dispersi e le stesse foto, gli stessi video del disastro, fatti dai turisti che ebbero la sfortuna di trovarsi su quelle spiagge, si diffusero grazie ad alcuni blog, prima di essere trasmessi dalle televisioni di tutto il mondo.
Ancora, durante gli attentati alla metropolitana di Londra nel 2005 gli abitanti, divenuti reporter pubblicarono i loro post sul blog collettivo della città.
Si può considerare il blog come la nuova frontiera dell'informazione? Si tratta di un fenomeno complementare o alternativo ai media tradizionali? Il blogger è un giornalista?
Pensiamo, ad esempio, alla guerra del Golfo. Nel 2003 i blog, capaci di sfuggire ad ogni controllo, fornirono un'informazione, certo non ufficiale, ma sicuramente in grado di condizionare la scelta dei temi trattati dai media tradizionali. Si sviluppò in questo periodo, il fenomeno dei warblog, i diari dei soldati che raccontavano il conflitto direttamente dal fronte poichè dotati di computer satellitari.
Un altro esempio può essere rappresentato dal ruolo svolto dai blog durante lo tsunami del 26 dicembre 2004 che colpì le coste del Sudest Asiatico. I blog, per primi raccolsero informazioni utili sui dispersi e le stesse foto, gli stessi video del disastro, fatti dai turisti che ebbero la sfortuna di trovarsi su quelle spiagge, si diffusero grazie ad alcuni blog, prima di essere trasmessi dalle televisioni di tutto il mondo.
Ancora, durante gli attentati alla metropolitana di Londra nel 2005 gli abitanti, divenuti reporter pubblicarono i loro post sul blog collettivo della città.
Si può considerare il blog come la nuova frontiera dell'informazione? Si tratta di un fenomeno complementare o alternativo ai media tradizionali? Il blogger è un giornalista?
domenica 8 maggio 2011
Sesto potere?
Se la stampa è il cosiddetto Quarto potere e la televisione è il Quinto, Internet si potrebbe considerare il Sesto? Non sarebbe meglio parlare di "tecnologia del contropotere"?.
Si pensi ai costi di accesso alla rete, decisamente minori rispetto a quelli che servono per pubblicare e diffondere un giornale, per gestire un network televisivo! Inoltre, potenzialmente, chiunque, in questo modo, è in grado di produrre e diffondere informazioni.
Attraverso la Rete, appunto, quella Rete che era nata per garantire le comunicazioni in caso di attacco nucleare ma che è poi diventata il principale mezzo di comunicazione libero tra i popoli, la Rete che ha permesso, proprio in questi mesi, alle popolazioni del Nord Africa di poter organizzare la loro rivoluzione.
Ed anche grazie alla Rete,ai siti internet dei quotidiani e non solo, noi tutti abbiamo potuto, in occasione degli attentati dell'11 settembre 2001, sapere e capire cosa succedeva a New York: abbiamo visto i filmati degli attacchi terroristici, abbiamo ascoltato i commenti audio dei giornalisti inviati e le interviste alle persone per le strade di Manhattan. Ci siamo cioè fatti, una ricostruzione degli avvenimenti, a poche ore di distanza dall'attentato.
Attraverso la Rete, appunto, quella Rete che era nata per garantire le comunicazioni in caso di attacco nucleare ma che è poi diventata il principale mezzo di comunicazione libero tra i popoli, la Rete che ha permesso, proprio in questi mesi, alle popolazioni del Nord Africa di poter organizzare la loro rivoluzione.
Ed anche grazie alla Rete,ai siti internet dei quotidiani e non solo, noi tutti abbiamo potuto, in occasione degli attentati dell'11 settembre 2001, sapere e capire cosa succedeva a New York: abbiamo visto i filmati degli attacchi terroristici, abbiamo ascoltato i commenti audio dei giornalisti inviati e le interviste alle persone per le strade di Manhattan. Ci siamo cioè fatti, una ricostruzione degli avvenimenti, a poche ore di distanza dall'attentato.
La vera rivoluzione democratica di Internet:il blog.
Immediatezza ed informalità sono le due principali caratteristiche del blog, una forma di comunicazione che si esprime attraverso Internet.
La parola weblog è stata coniata nel 1997 dal blogger americano Jorn Barger e in italiano significa "diario di bordo (log) della rete (web)" ossia una pagina web personale sulla quale l'autore annota periodicamente le proprie riflessioni, segnala i siti visitati e gli articoli letti e dialoga con i lettori, una sorta di giornale online che può essere aggiornato regolarmente secondo un ordine cronologico.
Aperto ai commenti dei lettori e arricchito con link ad altri siti, articoli, immagini, video disponibili in rete, calendario navigabile nella home page che raccoglie le pagine di archivio organizzate per anno, mese, giorno.
Il blog, a differenza di altri siti, può essere cresto e modificato molto semplicemente.
Un pò di neologismi:
La parola weblog è stata coniata nel 1997 dal blogger americano Jorn Barger e in italiano significa "diario di bordo (log) della rete (web)" ossia una pagina web personale sulla quale l'autore annota periodicamente le proprie riflessioni, segnala i siti visitati e gli articoli letti e dialoga con i lettori, una sorta di giornale online che può essere aggiornato regolarmente secondo un ordine cronologico.
Aperto ai commenti dei lettori e arricchito con link ad altri siti, articoli, immagini, video disponibili in rete, calendario navigabile nella home page che raccoglie le pagine di archivio organizzate per anno, mese, giorno.
Il blog, a differenza di altri siti, può essere cresto e modificato molto semplicemente.
Un pò di neologismi:
- Blogger: l'autore di un weblog
- Blogzine: blog tenuto da più autori che assume la forma di una rivista web
- Photoblog: il contenuto prevalente è formato da immagini
- Vlog( videoblog ): raccoglie contributi video
- Blogosfera: è lo spazio virtuale condiviso, formato dall'insieme dei blog in rete
- Blogroll: colonna posizionata a sinistra o a destra della pagina web, nella quale i blogger annotano i link all'archivio o la lista dei blog preferiti.
- Post: i testi di volta in volta pubblicati sul blog.
Perchè no?!
"Anche questo è un modo di comunicare!!!!!"
é ciò che ho pensato nel momento in cui sono venuta a conoscenza della necessità di creare un mio blog per sostenere l'esame di informatica applicata al giornalismo. Un'avventura, che forse, senza quest'esame sul mio cammino, non avrei intrapreso perchè anche io,come i miei colleghi, non mi ero mai soffermata su questa modalità di comunicazione.
Ho condiviso la loro iniziale perplessità, seppur a distanza( essendo non frequentante ) ma subito dopo la curiosità ha preso il sopravvento.
Informazioni sul giornalismo online, sulla gestione delle notizie nell'era di internet, appunti delle lezioni grazie alla possibilità d'interagire coi colleghi frequentanti( che ringrazio anticipatamente), riflessioni personali, articoli di attualità........è quanto troverete su questo blog il cui titolo rappresenta un omaggio alla figura di uno dei maggiori esponenti della Scuola di Palo Alto.
é ciò che ho pensato nel momento in cui sono venuta a conoscenza della necessità di creare un mio blog per sostenere l'esame di informatica applicata al giornalismo. Un'avventura, che forse, senza quest'esame sul mio cammino, non avrei intrapreso perchè anche io,come i miei colleghi, non mi ero mai soffermata su questa modalità di comunicazione.
Ho condiviso la loro iniziale perplessità, seppur a distanza( essendo non frequentante ) ma subito dopo la curiosità ha preso il sopravvento.
Informazioni sul giornalismo online, sulla gestione delle notizie nell'era di internet, appunti delle lezioni grazie alla possibilità d'interagire coi colleghi frequentanti( che ringrazio anticipatamente), riflessioni personali, articoli di attualità........è quanto troverete su questo blog il cui titolo rappresenta un omaggio alla figura di uno dei maggiori esponenti della Scuola di Palo Alto.
Iscriviti a:
Post (Atom)