viewers

domenica 22 maggio 2011

DIO PERDONA, INTERNET NO.

O meglio, non dimentica niente. Si tratta della conclusione a cui giunge l'articolo del giornalista di Repubblica Riccardo Staglianò, pubblicato qualche giorno fa sul sito del quotidiano e rintracciabile alla "sezione" tecnologia:
http://www.repubblica.it/tecnologia/2011/05/19/news/internet_biografia-16459400/


Il primo "spione" è Google, la memoria storica che permette di rintracciare informazioni immettendo semplicemente il nome della persona. Provare per credere!
Inoltre, tutto quello che scriviamo, sostiene il giornalista, potrebbe essere usato contro di noi, pubblicitariamente parlando, perchè il sistema analizza i testi per accoppiarci pubblicità pertinenti.
Niente di più vero! A chi non è mai capitato di cercare in rete informazioni su un hotel  da prenotare e poi veder apparire, in maniera impertinente, quelle stesse proposte sulla pagina della propria mail?
Uno stato di cose certamente meno preoccupante di quanto possa apparire, a parere del giornalista, che chiude il suo articolo con un semplice consiglio:" Basta essere consapevoli e comportarsi di conseguenza".
Ma come mettere in pratica questo consiglio? Continuare a navigare con la consapevolezza che la Rete possa ricostruire spezzoni della nostra vita o rinunciarvi? Cosa ne pensate?

1 commento:

  1. Impossibile rinunciarvi! Credo che la consapevolezza a cui si riferisce il giornalista derivi da una specie di etica comportamentale soggettiva. Ma quando le informazioni sono troppe, e quando un appassionato del web naviga in molti "luoghi" lasciando tracce della sua permanenza, allora diventa arduo seguire questo consiglio. Io per prima digitando il mio nome e cognome su google ho rivisto un anno della mia vita telematica spiattellato sulla prima pagina di ricerca. Ma non è necessariamente un male. Almeno io sto molto attenta a non pubblicare dati sensibili che potrebbero diventare visibili a tutti, social net inclusi!

    RispondiElimina