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mercoledì 25 maggio 2011

L'effetto Pisapia impazza su Facebook.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/05/24/e-tutta-colpa-di-pisapia/113401/

é all'attenzione non solo de "Il Fatto Quotidiano" ma di chiunque abbia una pagina facebook, l'effetto "Pisapia",che in questi giorni impazza sul social network e c'è da scommettere che continuerà fino a quando non verranno resi noti i risultati del ballottaggio alle amministrative di Milano. La parola d'ordine è ironizzare sul  candidato preferito (trattamento che, solitamente, veniva riservato a quello più "indigesto").
Infatti è proprio questa la vera novità: nel gruppo, che ad oggi conta più di 60000 iscritti, si gioca a prendere in giro il candidato di centrosinistra per rispondere, in qualche modo, alla presentazione che i partiti avversari hanno fatto di lui. Si tratta di una pagina esilerante dal titolo"é tutto colpa di Pisapia" nella quale al candidato sindaco  vengono attribuite le azioni più improbabili scimmiottando la situazione negativa paventata dal centrodestra a cui andrebbe incontro Milano qualora  dovesse passare "in mani avversarie".




Anche questo è un modo per esprimere il proprio disappunto e a giudicare dalla rapidità con cui sale il numero degli iscritti, sembra che il popolo della Rete, in questo senso, non sia disposto a tirarsi indietro.

domenica 22 maggio 2011

Home page: regole e variazioni. La Gazzetta del Mezzogiorno.

L'home page di qualunque sito ha una fondamentale funzione d'orientamento e questo vale ancor di più se si parla di un giornale on line che deve proporre la sua offerta di notizie proprio come se fosse una vetrina. Le linee guida a cui un quotidiano on line dovrebbe ispirarsi prevedono che la grafica sia pulita ed intuitiva, come nel caso della Gazzetta del Mezzogiorno( che ho scelto di analizzare in omaggio alle mie origini pugliesi ).


Altro elemento degno di nota è la presenza della bandiera tricolore sotto il titolo (come nel caso del Corriere della Sera mentre il Carlino propone una coccarda, chiaro omaggio ai 150 anni dell'unità d'Italia).
Per approfondire l'informazione relativa alle  due regioni interessate dalla "pubblicazione"(Puglia e Basilicata) è necessario cliccare sul link che le identifica come anche nel caso in cui si vogliano consultare le pagine relative alle altre sezioni ( sport, Italia, Mondo, economia, spettacolo) mentre la  presenza della striscia di notizie flash che scorre sulla parte destra non tradisce l'altra importante regola della corretta home page.



Una buona mappa del sito facilita la consultazione per argomenti, tuttavia l'home page del quotidiano non presenta una lunghezza eccessiva (almeno se paragonata a quella della Repubblica), sono presenti fotogallery e videogallery a blocchi, foto che rendono gli articoli più accattivanti e blocchi che rendono la pagina segmentata.
L'articolo principale non occupa, però, l'intera larghezza della stessa, per metà dedicata alla " video notizia" tratta da ANSAtg ma è comunque corredato da link che portano a pagine di commenti (come nel caso di tutti gli articoli presenti). Non mancano sondaggi, blog e forum mentre nella seconda parte della pagina, accanto alle notizie sono presenti grafici relativi al meteo, alla qualità dell'aria e alla situazione dei voli che interessano la regione, in tempo reale. Per concludere segnalo un link che ha attirato la mia attenzione dal nome "Pronto Gazzetta"collocato subito sotto la striscia degli articoli più recenti, attraverso il quale, il lettore, può inviare segnalazioni in merito a problemi con la burocrazia, la sanità o le istituzioni affichè possano essere approfondite dalla redazione. In basso a destra, infine, la possibilità di consultare gli articoli più letti o più commentati.


 Gli esponenti del giornalismo on line, guardati inizialmente con sospetto dai colleghi della carta stampata, della radio e della televisione, hanno saputo conquistare sempre più la stima e la fiducia dei lettori e un certo grado di credibilità che inizialmente si faticava ad attribuire loro, grazie alla pratica di "linkare"le fonti ed i documenti utilizzati per la stesura del pezzo. Questo consente al lettore di formarsi un'idea propria e di giudicare il lavoro svolto dal cronista. Mail, blog, forum fanno in modo che i cittadini possano esercitare anche una forma di controllo su quanto viene scritto e questo permette loro di sentire il giornalista "più vicino".
Che i giornalisti dell'online debbano insegnare ai colleghi che a volte è importante ed anche formativo potersi mettere in gioco?

DIO PERDONA, INTERNET NO.

O meglio, non dimentica niente. Si tratta della conclusione a cui giunge l'articolo del giornalista di Repubblica Riccardo Staglianò, pubblicato qualche giorno fa sul sito del quotidiano e rintracciabile alla "sezione" tecnologia:
http://www.repubblica.it/tecnologia/2011/05/19/news/internet_biografia-16459400/


Il primo "spione" è Google, la memoria storica che permette di rintracciare informazioni immettendo semplicemente il nome della persona. Provare per credere!
Inoltre, tutto quello che scriviamo, sostiene il giornalista, potrebbe essere usato contro di noi, pubblicitariamente parlando, perchè il sistema analizza i testi per accoppiarci pubblicità pertinenti.
Niente di più vero! A chi non è mai capitato di cercare in rete informazioni su un hotel  da prenotare e poi veder apparire, in maniera impertinente, quelle stesse proposte sulla pagina della propria mail?
Uno stato di cose certamente meno preoccupante di quanto possa apparire, a parere del giornalista, che chiude il suo articolo con un semplice consiglio:" Basta essere consapevoli e comportarsi di conseguenza".
Ma come mettere in pratica questo consiglio? Continuare a navigare con la consapevolezza che la Rete possa ricostruire spezzoni della nostra vita o rinunciarvi? Cosa ne pensate?

http://www.ipse.com/ : il sito dell'informazione on line.
Le principali risorse italiane e straniere sull'informazione on line, i siti di giornali, periodici, radio, tv, agenzie di stampa ed editori, i portali generalisti, tematici e locali, le concessionarie di pubblicità e le società di consulenza web. Al suo interno Webtime, Osservatorio sull'informazione on line.

giovedì 12 maggio 2011

Il quotidiano sbarca in rete

L'anno è il 1995 e nelle redazioni dei quotidiani la curiosità supera la diffidenza avvertita nei confronti di Internet. A fare da apripista è "L'Unione Sarda" seguita dall'"Unità" e dal "Corriere della Sera",che presenta, però, una semplice trasposizione su internet dei contenuti dell'edizione stampata( soltanto nella primavera del 2000 si potrà parlare di una versione più evoluta con news aggiornate in tempo reale, approfondimenti, rubriche e forum).
Ma la prudenza resta anche perchè il numero degli utenti in Italia è ancora scarso.
Il primo reale esperimento è quello della "Repubblica" nel 1996 e il successo riscosso convince l'editore a sostenere un più ambizioso progetto di giornale online l'anno dopo,a vent'anni dalla sua fondazione: La Repubblica.it, che subito si distingue per il tentativo di realizzare un quotidiano online che dia spazio alle notizie del giorno, realizzate in tempo reale da una redazione composta da sei giornalisti e cinque operatori web.
Il boom dei giornali online si verifica nel 1999 e continua negli anni successivi  grazie al diffondersi della banda larga, dell' alfabetizzazione digitale della popolazione e dell'esplosione del web 2.0 (My Space, Wikipedia, Youtube).
Molti giovani si spostano sull'edizione online mentre alcune testate annunciano il sorpasso sulla tiratura dell'edizione cartacea ma la morte del quotiano tradizionale, sempre annunciata, dalla nascita della radio in poi non si verifica( fortunatamente aggiungerei, considerando il fatto che sfogliare quelle pagine, mentre  in autobus ci si reca al lavoro al mattino, rappresenta sempre un piacevole e affascinante rituale a cui, nonostante le potenzialità dell'informazione in rete, di certo più veloce ed immediata,si spera di non dover rinunciare).

La notizia online

Perchè internet è il veicolo tecnologicamente più idoneo a diffondere le notizie:
  • OBBEDISCE AL CRESCENTE BISOGNO DI SINTESI INFORMATIVA ESPRESSO DALLA SOCIETà CONTEMPORANEA.
  • FORNISCE LA POSSIBILITà AI FRUITORI D'INTERAGIRE CON I PRODUTTORI DELLE NOTIZIE.
  • PERMETTE L'AGGIORNAMENTO DEL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE.

mercoledì 11 maggio 2011

2 opinioni a confronto:

Sfogliando il manuale "Professione giornalista" adottato per la preparazione di alcuni esami mi sono imbattuta in un "duello verbale a distanza" tra il giornalista americano Dan Gillmor e l'autrice di The Weblog Handbook, Rebecca Blood. Credo sia interessante riportarne i contenuti, soprattutto per fornire due diversi punti di vista in relazione alle domande che ho fornulato del post precedente.
Secondo il primo, infatti, il weblog è a tutti gli effetti un prodotto giornalistico:
"I weblog sono certamente parte del processo che sviluppa il giornalismo. Sto parlando della tendenza al giornalismo fai da te. Noi pensiamo al giornalismo nei termini del modello di mass media invalso alla fine del ventesimo secolo, dove i redattori selezionano notizie dalle fonti e le diffondono ai loro lettori. Ciò che ci troviamo davanti di stupefacente adesso è il processo di gente via via coinvolta nella creazione d'informazioni che sono valide e spesso accurate"
Secondo la Blood, invece, diventa necessario stabilire la differenza tra blog personali e blog pubblicati all'interno di un giornale:
"Io non conosco nessun weblog personale che si avvicini a presentare una storia completa. Io non credo che le cronache personali che si trovano nella maggior parte dei blog siano giornalismo. Per quanto mi riguarda ci sono standard giornalistici di completezza, di accuratezza, di imparzialità. I giornalisti tendono ad affidarsi alle fonti. Essi fanno più che dare il semplice resoconto di un testimone. Essi cercano 17 diversi resoconti per garantire una storia completa"
In Italia, poi, l'iscrizione all'Ordine, necessaria per definire la figura del professionista, rende ancor più netta la distinzione tra giornalista e blogger.

Un pò di storia.

Stabilire la data di nascita dei blog è un'operazione non certo facile. Se si ritiene che il blog sia la naturale evoluzione dei vecchi sistemi di pubblicazione, allora la sua origine si può far risalire al primo sito web: la pagina costruita da Tim Berners-Lee sui server del Cern di Ginevra nel 1991. Il documento What's new raccoglieva i link di tutti i nuovi siti che venivano messi online. Se invece consideriamo il blog come un sito realizzabile da chiunque grazie alla semplificazione della tecnologia, il suo primo utilizzo risalirebbe alla fine degli anni '90. Nel post precedente abbiamo parlato di quanto sia stato importante il ruolo della Rete nel veicolare le notizie riguardo agli attentati di New York ma ci sono state altre situazioni in cui questo strumento ha espresso le sue potenzialità informative.
Pensiamo, ad esempio, alla guerra del Golfo. Nel 2003 i blog, capaci di sfuggire ad ogni controllo, fornirono un'informazione, certo non ufficiale, ma sicuramente in grado di condizionare la scelta dei temi trattati dai media tradizionali. Si sviluppò in questo periodo, il fenomeno dei warblog, i diari dei soldati che raccontavano il conflitto direttamente dal fronte poichè dotati di computer satellitari.
Un altro esempio può essere rappresentato dal ruolo svolto dai blog durante lo tsunami del 26 dicembre 2004 che colpì le coste del Sudest Asiatico. I blog, per primi raccolsero informazioni utili sui dispersi e le stesse foto, gli stessi video del disastro, fatti dai turisti che ebbero la sfortuna di trovarsi su quelle spiagge, si diffusero grazie ad alcuni blog, prima di essere trasmessi dalle televisioni di tutto il mondo.
Ancora, durante gli attentati alla metropolitana di Londra nel 2005 gli abitanti, divenuti reporter pubblicarono i loro post sul blog collettivo della città.
Si può considerare il blog come la nuova frontiera dell'informazione? Si tratta di un fenomeno complementare o alternativo ai media tradizionali? Il blogger è un giornalista?

domenica 8 maggio 2011

Sesto potere?

Se la stampa è il cosiddetto Quarto potere e la televisione è il Quinto, Internet si potrebbe considerare il Sesto? Non sarebbe meglio parlare di "tecnologia del contropotere"?.




Si pensi ai costi di accesso alla rete, decisamente minori rispetto a quelli che servono per pubblicare e diffondere un giornale, per gestire un network televisivo! Inoltre, potenzialmente, chiunque, in questo modo, è in grado di produrre e diffondere informazioni.
Attraverso la Rete, appunto, quella Rete che era nata per garantire le comunicazioni in caso di attacco nucleare  ma che è poi diventata il principale mezzo di comunicazione libero tra i popoli, la Rete che ha permesso, proprio in questi mesi, alle popolazioni del Nord Africa di poter organizzare la loro rivoluzione.
Ed anche  grazie alla Rete,ai siti internet dei quotidiani e non solo, noi tutti abbiamo potuto, in occasione degli attentati dell'11 settembre 2001, sapere e capire cosa succedeva a New York: abbiamo visto i filmati degli attacchi terroristici, abbiamo ascoltato i commenti audio dei giornalisti inviati e le interviste alle persone per le strade di Manhattan. Ci siamo cioè fatti, una ricostruzione degli avvenimenti, a poche ore di distanza dall'attentato.

La vera rivoluzione democratica di Internet:il blog.

Immediatezza ed informalità sono le due principali caratteristiche del blog, una forma di comunicazione che si esprime attraverso Internet.
La parola weblog è stata coniata nel 1997 dal blogger americano Jorn Barger e in italiano significa "diario di bordo (log) della rete (web)" ossia una pagina web personale sulla quale l'autore annota periodicamente le proprie riflessioni, segnala i siti visitati e gli articoli letti e dialoga con i lettori, una sorta di giornale online che può essere aggiornato regolarmente secondo un ordine cronologico.
Aperto ai commenti dei lettori e arricchito con link ad altri siti, articoli, immagini, video disponibili in rete, calendario navigabile nella home page che raccoglie le pagine di archivio organizzate per anno, mese, giorno.
Il blog, a differenza di altri siti, può essere cresto e modificato molto semplicemente.
Un pò di neologismi:
  • Blogger: l'autore di un weblog
  • Blogzine: blog tenuto da più autori che assume la forma di una rivista web
  • Photoblog: il contenuto prevalente è formato da immagini
  • Vlog( videoblog ): raccoglie contributi video
  • Blogosfera: è lo spazio virtuale condiviso, formato dall'insieme dei blog in rete
  • Blogroll: colonna posizionata a sinistra o a destra della pagina web, nella quale i blogger annotano i link all'archivio o la lista dei blog preferiti.
  • Post: i testi di volta in volta pubblicati sul blog.


Perchè no?!

"Anche questo è un modo di comunicare!!!!!"
é ciò che ho pensato nel momento in cui sono venuta a conoscenza della necessità di creare un mio blog per sostenere l'esame di informatica applicata al giornalismo. Un'avventura, che forse, senza quest'esame sul mio cammino, non avrei  intrapreso perchè anche io,come i miei colleghi, non mi ero mai soffermata su questa modalità di comunicazione.
Ho condiviso la loro iniziale perplessità, seppur a distanza( essendo non frequentante ) ma subito dopo la curiosità ha preso il sopravvento.
Informazioni sul giornalismo online, sulla gestione delle notizie nell'era di internet, appunti delle lezioni grazie alla possibilità d'interagire coi colleghi frequentanti( che ringrazio anticipatamente), riflessioni personali, articoli di attualità........è quanto troverete su questo blog il cui titolo rappresenta un omaggio alla figura di uno dei maggiori esponenti della Scuola di Palo Alto.