Migliaia di persone al raduno leghista di Pontida, su cui erano puntati gli occhi di tutto il mondo politico.
Davanti alla folla Bossi lancia l'ennesimo ultimatum o meglio quello che alcuni, abituati ai suoi exploit, hanno definito un "penultimatum". La leadership di Berlusconi è a rischio e sebbene il leader della Lega sappia che una rottura in questo momento aprirebbe la strada alla sinistra, decide di rilanciare e detta l'agenda del governo con richieste più o meno note: stop alla missione in Libia, Senato federale, riforma fiscale, spostamento di quattro ministeri al nord.
Tra insulti ai giornalisti, minacce non troppo velate al premier e appelli poco cordiali a Tremonti ( a cui chiede di riscrivere il Patto di stabilità per i comuni) va in scena lo show del Carroccio.
E mentre analisti e giornalisti s'interrogano sulla tenuta del governo e sulle conseguenze che, nel quadro politico, avranno queste dichiarazioni, io mi chiedo come sia possibile che nel 2011 si alzi ancora un coro inneggiante alla secessione.
Evidentemente in Italia si può.
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