Mancano poche ore all'esame e questo mi porta ad imprimere un cambio di direzione a questo mio blog che fino ad ora ha voluto presentarsi con una veste "istituzionale" poichè nato ed implementato per sostenere l'esame di informatica applicata al giornalismo del prof. Lelio Alfonso.
Anticipo dunque quella che sarà da domani (se l'esame dovesse andare bene) la nuova linea che ho deciso di seguire: trasformare questo spazio in un contenitore di impressioni personali ( anche se qualcosa trapelava già da alcuni post).
Devo dire che la vigilia di quello che è per me l'ultimo esame della specialistica, è trascorsa senza troppi scossoni nonostante una certa ansia, credo normale prima di ogni prova.
AUGURO A TUTTI VOI UN "IN BOCCA AL LUPO" PER DOMANI e carico su questo mio spazio virtuale l'unica canzone capace di esprimere il mio stato d'animo in questo momento:
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domenica 26 giugno 2011
Siti web della maggioranza sotto attacco (informatico).
Dopo le recenti sconfitte elettorali e mentre scoppia lo scandalo della P4, il Governo deve guardarsi da ben altri nemici: gli Hackers.
Rimbalza infatti sul web, da qualche giorno, la notizia di un attacco hacker ai siti del pdl, più precisamente : http://www.pdl.it/, http://www.governoberlusconi.it/, http://www.forzasilvio.it/, http://www.silvioberlusconifansclub.org/.
Si tratta di un attacco concentrico che ha visto coalizzati i Lulzsec e gli Anonymous, rispettivamente un collettivo hacker ed un gruppo " hacktivista" che da sempre concentra la sua azione sui siti istituzionali.
La situazione pare ora essere tornata alla normalità ma resta la preoccupazione di Antonio Palmieri, deputato Pdl e responsabile Internet del partito che dichiara "è la prima volta che veniamo colpiti dal '95, cioè da quando siamo online. Ma più che l'attacco temo l'effetto emulazione."
Rimbalza infatti sul web, da qualche giorno, la notizia di un attacco hacker ai siti del pdl, più precisamente : http://www.pdl.it/, http://www.governoberlusconi.it/, http://www.forzasilvio.it/, http://www.silvioberlusconifansclub.org/.
Si tratta di un attacco concentrico che ha visto coalizzati i Lulzsec e gli Anonymous, rispettivamente un collettivo hacker ed un gruppo " hacktivista" che da sempre concentra la sua azione sui siti istituzionali.
La situazione pare ora essere tornata alla normalità ma resta la preoccupazione di Antonio Palmieri, deputato Pdl e responsabile Internet del partito che dichiara "è la prima volta che veniamo colpiti dal '95, cioè da quando siamo online. Ma più che l'attacco temo l'effetto emulazione."
venerdì 24 giugno 2011
Google e la memoria de L' Aquila.
Si chiama Noi L' Aquila ed è un sito organizzato ed implementato grazie alla collaborazione del noto motore di ricerca fondato da Page e Brin, del comune della città quasi totalmente distrutta dal terremoto del 2009 e dell' Associazione Nazionale Famiglie Emigrati.
Il sito è costituito da due sezioni: una intitolata "Esplora e Ricorda" che permette di caricare su una mappa interattiva foto, video o testimonianze sulla città mentre la seconda, "Ispira il Futuro", consente una sorta di "ricostruzione virtuale" in 3D attraverso gli strumenti di modellazione gratuiti forniti da Google.
Un ' applicazione inusuale della tecnologia al servizio della conservazione della memoria.
Il sito è costituito da due sezioni: una intitolata "Esplora e Ricorda" che permette di caricare su una mappa interattiva foto, video o testimonianze sulla città mentre la seconda, "Ispira il Futuro", consente una sorta di "ricostruzione virtuale" in 3D attraverso gli strumenti di modellazione gratuiti forniti da Google.
Un ' applicazione inusuale della tecnologia al servizio della conservazione della memoria.
giovedì 23 giugno 2011
breve riepilogo........ l'esame è alle porte.
Questo post si propone come un piccolo dizionario dei termini informatici più comuni.
Cliccando sarete indirizzati su Wikipedia:
Accesso remoto
Account
Arpanet
Banner
Blog
Blogosfera
Bluetooth
Bookmark
Browser
Chat
Cyberspazio
Dominio
eBook
Feed RSS
Forum
FTP
Home page
HTML
HTTP
Internet
Intranet
iPad
LAN
Link
Modem
Motore di ricerca
Podcasting
Portale
Provider
Server
Social network
Spam
Streaming
TCP/IP
Template
URL
WAN
WWW
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Template
URL
WAN
WWW
martedì 21 giugno 2011
La scrittura online.
Una valida home page di quotidiano presenta particolari caratteristiche quali: grafica pulita ed intiutiva, striscia di notizie flash, menù in primo piano, presenza di photogallery e videogallery a blocchi, di blog illustri, mappa del sito che facilita la consultazione per argomenti, foto per rendere gli articoli più accattivanti, presenza di link (nella funzione di collegamento diretto alla fonte e ad approfondimenti), presenza di forum e sondaggi.
Sebbene i dettami del buon giornalismo valgano per la realizzazione di articoli a prescindere dal medium attraverso cui sono diffusi ( periodi brevi, uso di termini di facile comprensione, notizia all' attacco del pezzo, regola anglosassone delle 5 W), nel caso di un prodotto sviluppato per l'online esistono regole particolari e peculiari ( del mezzo stesso ) da seguire, affinchè il contenuto informativo giunga a destinazione in maniera corretta, stimolando l'interesse dell'utente ed evitando che questo abbandoni la pagina troppo presto.
Si tratta di indicazioni che potrebbero essere così sintetizzate:
Sebbene i dettami del buon giornalismo valgano per la realizzazione di articoli a prescindere dal medium attraverso cui sono diffusi ( periodi brevi, uso di termini di facile comprensione, notizia all' attacco del pezzo, regola anglosassone delle 5 W), nel caso di un prodotto sviluppato per l'online esistono regole particolari e peculiari ( del mezzo stesso ) da seguire, affinchè il contenuto informativo giunga a destinazione in maniera corretta, stimolando l'interesse dell'utente ed evitando che questo abbandoni la pagina troppo presto.
Si tratta di indicazioni che potrebbero essere così sintetizzate:
- Spezzare il testo dell'articolo in più paragrafi, magari introdotti da un breve titolo.
- Frammentare la scrittura in blocchi di 5 o 6 righe per poi andare a capo, lasciando un'interlinea bianca che alleggerisce "visivamente" il documento.
- Utilizzare il "neretto" per le parole chiave.
- Evitare l'uso eccessivo della sottolineatura per non creare ambiguità con l'elemento che caratterizza il link ( il lettore potrebbe pensare erroneamente che si tratti di un collegamento).
- Racchiudere il testo in colonne.
- Evitare testi troppo lunghi che richiedono uno scrolling eccessivo.
- Evitare l'uso eccessivo di colori per le parole.
- Non eccedere con le animazioni.
- Spezzare documenti video molto lunghi ( ma vale la stessa cosa anche per gli audio) in più filmati introdotti da titoli.
domenica 19 giugno 2011
Lo show di Pontida.
Migliaia di persone al raduno leghista di Pontida, su cui erano puntati gli occhi di tutto il mondo politico.
Davanti alla folla Bossi lancia l'ennesimo ultimatum o meglio quello che alcuni, abituati ai suoi exploit, hanno definito un "penultimatum". La leadership di Berlusconi è a rischio e sebbene il leader della Lega sappia che una rottura in questo momento aprirebbe la strada alla sinistra, decide di rilanciare e detta l'agenda del governo con richieste più o meno note: stop alla missione in Libia, Senato federale, riforma fiscale, spostamento di quattro ministeri al nord.
Tra insulti ai giornalisti, minacce non troppo velate al premier e appelli poco cordiali a Tremonti ( a cui chiede di riscrivere il Patto di stabilità per i comuni) va in scena lo show del Carroccio.
E mentre analisti e giornalisti s'interrogano sulla tenuta del governo e sulle conseguenze che, nel quadro politico, avranno queste dichiarazioni, io mi chiedo come sia possibile che nel 2011 si alzi ancora un coro inneggiante alla secessione.
Evidentemente in Italia si può.
Davanti alla folla Bossi lancia l'ennesimo ultimatum o meglio quello che alcuni, abituati ai suoi exploit, hanno definito un "penultimatum". La leadership di Berlusconi è a rischio e sebbene il leader della Lega sappia che una rottura in questo momento aprirebbe la strada alla sinistra, decide di rilanciare e detta l'agenda del governo con richieste più o meno note: stop alla missione in Libia, Senato federale, riforma fiscale, spostamento di quattro ministeri al nord.
Tra insulti ai giornalisti, minacce non troppo velate al premier e appelli poco cordiali a Tremonti ( a cui chiede di riscrivere il Patto di stabilità per i comuni) va in scena lo show del Carroccio.
E mentre analisti e giornalisti s'interrogano sulla tenuta del governo e sulle conseguenze che, nel quadro politico, avranno queste dichiarazioni, io mi chiedo come sia possibile che nel 2011 si alzi ancora un coro inneggiante alla secessione.
Evidentemente in Italia si può.
venerdì 17 giugno 2011
è una minaccia alla libertà di espressione in rete?
Per Fulvio Sarzana, avvocato ed esperto di diritto informatico, la delibera 668/2010 (in materia di violazione del diritto d'autore) potrebbe autorizzare una forma di censura del web tanto da spingelo a promuovere un appello per chiedere all' Agcom di fermarne il cammino.
La bozza di regolamento prevede un sistema di notice and take down ( segnalazione e rimozione di contenuti illeciti ) ad opera dell'autorità amministrativa e non giudiziaria.
Posto il link all'articolo che Fabio Chiusi ha realizzato sul quotidiano online indipendente Lettera 43 in merito a questa vicenda:
http://www.lettera43.it/tecnologia/web/18830/pena-di-morte-digitale.htm
Un altro paese distintosi in questo senso è la Francia, dove il presidente Sarkozy, in occasione del G8 di Parigi dello scorso maggio ha chiesto di "civilizzare il web" attraverso una più stringente regolamentazione dopo l'entrata in vigore della legge Hadopi che, nella sua originaria stesura, prevedeva l'interdizione dell'accesso a internet come risultato di un percorso sanzionatorio in tre tappe.
Nel resto del mondo va anche peggio ( soprattutto nei regimi dittatoriali e questa non è una novità ) : secondo il rapporto 2011 di Reporters sans frontieres un cittadino su quattro subisce una qualche forma di sostanziale censura sul web fino al blackout avvenuto per qualche giorno in Egitto.
E mentre l'accesso ad internet è definito un diritto universale ed inviolabile dalle Nazioni Unite, a limitare la libertà di espressione intervengono vere e proprie legislazioni repressive come in Turchia, dove, a breve, i fornitori di Rete e gli utenti verranno obbligati a sottostare a sistemi di filtraggio degli accessi.
In paesi come l'India, dove si è deciso che i fornitori di servizi debbano rimuovere contenuti offensivi entro 36 ore dalla notifica delle autorità, la definizione di "contenuto illegale" fornita dalle norme è molto vaga.
In Corea del Sud è in vigore il Network Act che proibisce lo scambio di informazioni online che possano compromettere la sicurezza nazionale o che siano considerate diffamatorie anche se vere.
In Arabia Saudita l'apertura di un giornale online, di un blog o di un forum viene autorizzata a livello ministeriale e a patto che si rispetti una lista di condizioni molto precise, stilata dal regime mentre in Iran si lavora per mettere a punto una rete capace di isolare gli utenti dal resto del mondo.
é assolutamente normale, oltre che comprensibilmente giusto, che si combattano anche in Rete crimini quali la pubblicazione di materiale osceno o che inciti all'odio, che danneggi i minori e che violi il diritto d'autore ma siamo sicuri che dietro questo obiettivo, vista l'assenza di una chiara normativa, in alcuni casi, non si nascondano altre finalità?
La bozza di regolamento prevede un sistema di notice and take down ( segnalazione e rimozione di contenuti illeciti ) ad opera dell'autorità amministrativa e non giudiziaria.
Posto il link all'articolo che Fabio Chiusi ha realizzato sul quotidiano online indipendente Lettera 43 in merito a questa vicenda:
http://www.lettera43.it/tecnologia/web/18830/pena-di-morte-digitale.htm
Un altro paese distintosi in questo senso è la Francia, dove il presidente Sarkozy, in occasione del G8 di Parigi dello scorso maggio ha chiesto di "civilizzare il web" attraverso una più stringente regolamentazione dopo l'entrata in vigore della legge Hadopi che, nella sua originaria stesura, prevedeva l'interdizione dell'accesso a internet come risultato di un percorso sanzionatorio in tre tappe.
Nel resto del mondo va anche peggio ( soprattutto nei regimi dittatoriali e questa non è una novità ) : secondo il rapporto 2011 di Reporters sans frontieres un cittadino su quattro subisce una qualche forma di sostanziale censura sul web fino al blackout avvenuto per qualche giorno in Egitto.
E mentre l'accesso ad internet è definito un diritto universale ed inviolabile dalle Nazioni Unite, a limitare la libertà di espressione intervengono vere e proprie legislazioni repressive come in Turchia, dove, a breve, i fornitori di Rete e gli utenti verranno obbligati a sottostare a sistemi di filtraggio degli accessi.
In paesi come l'India, dove si è deciso che i fornitori di servizi debbano rimuovere contenuti offensivi entro 36 ore dalla notifica delle autorità, la definizione di "contenuto illegale" fornita dalle norme è molto vaga.
In Corea del Sud è in vigore il Network Act che proibisce lo scambio di informazioni online che possano compromettere la sicurezza nazionale o che siano considerate diffamatorie anche se vere.
In Arabia Saudita l'apertura di un giornale online, di un blog o di un forum viene autorizzata a livello ministeriale e a patto che si rispetti una lista di condizioni molto precise, stilata dal regime mentre in Iran si lavora per mettere a punto una rete capace di isolare gli utenti dal resto del mondo.
é assolutamente normale, oltre che comprensibilmente giusto, che si combattano anche in Rete crimini quali la pubblicazione di materiale osceno o che inciti all'odio, che danneggi i minori e che violi il diritto d'autore ma siamo sicuri che dietro questo obiettivo, vista l'assenza di una chiara normativa, in alcuni casi, non si nascondano altre finalità?
NEWSEUM.
Gli americani, si sa, sono sempre stati pionieri nel campo dell'informazione, a partire dal sistema che di fatto ha posto le basi del moderno giornalismo:la penny press (abbassamento del costo del giornale, distribuzione affidata agli strilloni, nascita di un'industria editoriale legata al quotidiano, fioritura di un mercato della notizia).
Sono stati i primi anche a realizzare un museo interattivo dedicato al giornalismo.
"Reliquie" le definiremmo noi oggi ma pur sempre importanti oggetti che hanno fatto la storia di una professione che dell'evoluzione tecnologica non ha potuto e non può fare a meno.
Dal microfono della Cbs con cui Murrow raccontava i raid aerei su Londra durante la seconda guerra mondiale a quello che Arnett per la Cnn usava per documentare da Bagdad l'andamento della prima guerra del Golfo:
www.newseum.org
Sono stati i primi anche a realizzare un museo interattivo dedicato al giornalismo.
"Reliquie" le definiremmo noi oggi ma pur sempre importanti oggetti che hanno fatto la storia di una professione che dell'evoluzione tecnologica non ha potuto e non può fare a meno.
Dal microfono della Cbs con cui Murrow raccontava i raid aerei su Londra durante la seconda guerra mondiale a quello che Arnett per la Cnn usava per documentare da Bagdad l'andamento della prima guerra del Golfo:
www.newseum.org
giovedì 16 giugno 2011
Quando una foto vale più di mille parole.
Il ministro che non risponde ai precari della pubblica amministrazione,che li definisce"l'Italia peggiore",che con loro non ritiene neanche doveroso scusarsi.
Il ministro che ha dichiarato guerra ai fannulloni.
Scusate l'ironia......
Il ministro che ha dichiarato guerra ai fannulloni.
Scusate l'ironia......
sabato 4 giugno 2011
a proposito di donne e social network....
Posto qui il link di un articolo pubblicato sul sito del settimanale D di Repubblica riguardante il rapporto tra il pubblico femminile ed i social network più quotati:
http://d.repubblica.it/argomenti/2011/06/03/news/social_network_arrembaggio_al_femminile-334167/index.html
http://d.repubblica.it/argomenti/2011/06/03/news/social_network_arrembaggio_al_femminile-334167/index.html
venerdì 3 giugno 2011
La mia giornata tipo in una redazione televisiva locale: l'importanza dell'Ansa e della Dire.
Questo post ripropone la mia esperienza personale in una redazione televisiva di Bologna in cui ho svolto le mie 250 ore di tirocinio e che ho abbandonato, devo dire con molta nostalgia, un mesetto fa.
Step 1: lettura dei quotidiani con particolare attenzione a quelli locali ( in testa il Carlino e l'Informazione di Bologna e del resto della regione), poi i nazionali: Repubblica, Corrire della Sera, l'Unità, il Giornale e Libero, solo per citarne alcuni.
Step 2: appuntamenti della giornata (conferenze stampa, eventi comunicati alla redazione tramite posta elettronica o contenuti nei fax quotidianamente inviati alla stessa).
Step 3: selezione delle notizie proposte dalle agenzie di stampa che rappresentano la base per un sensibile numero di servizi mandati in onda nel tg.( Ansa e Dire, che meritano un approfondimento particolare).
La Dire è un'agenzia d'informazione politico-parlamentare diretta da Giuseppe Pace che nel proprio sito mette a disposizione 6 notiziari quotidiani, forum di discussione, rassegna stampa e dossier tematici.
Più nota è l' Ansa , la prima nonchè principale agenzia di stampa italiana fondata nel 1945 con sede a Roma; vanta una presenza capillare su tutto il territorio nazionale e una rete di uffici all'estero che copre i 5 continenti. Ha 22 sedi regionali ed è presente in oltre 79 località di 74 paesi fornendo pertanto una copertura completa degli avvenimenti più importanti dell'attualità italiana e straniera.
Trasmette notizie ai mezzi d'informazione italiani, alle istituzioni nazionali, locali ed internazionali, alle associazioni di categoria, ai partiti ed ai sindacati; in linea dal '98, il sito offre rubriche e servizi speciali, organizzati in canali. Dal 2003 è presente il notiziario multimediale Ansalive. Tramite ANSAMED poi, è possibile visionare le notizie che riguardano il bacino del Mediterraneo.
Grazie al portale si possono inviare messaggi di posta elettronica, contributi che, una volta controllati e verificati, possono dare origine a notizie ed approfondimenti. Un passo importante se si considera il fatto che il giornalismo dell'Ansa è sinonimo d'informazione di base, è fatto di " notizie schiette ", con pochi aggettivi qualitativi e nessun commento personale, in antitesi rispetto alla blogosfera e al giornalismo civico, alimentati da contributi che provengono da privati cittadini disposti ad intervenire, interagire, discutere, contributi non professionalmente "certificati" ma che possono rivelarsi complementari all'informazione tradizionale (si pensi che grandi agenzie internazionali come l'Associated Press hanno da tempo stretto alleanze con i blog e coi siti di giornalismo partecipativo più affidabili).
Da sottolineare poi, come l' Ansa abbia utilizzato in alcuni casi anche i video girati dai comuni cittadini.
Le agenzie di stampa presentano una doppia natura (perchè producono e distribuiscono autonomamente notizie e sono, al tempo stesso, fonti per i mass media), che si rispecchia in un duplice processo di costruzione della notizia (nelle redazioni dell' agenzia e poi in quelle dei media). La notizia d'agenzia è solitamente concepita come un flash, ossia un paio di righe che si limitano a comunicare l'evento in maniera secca oppure come un take, cioè una notizia concisa costruita secondo la regola della 5 w e questo per offrire la massima possibilità di manipolazione redazionale.
Tornando alla mia esperienza (il lavoro non è certo finito):
Step 4: stesura del servizio, registrazione vocale e montaggio grazie alle nuove tecnologie digitali che permettono un'accurata e veloce realizzazione del prodotto finale (anche se qualcuno preferisce ancora usare il vecchio sistema analogico).
Step 5: riunione della redazione (ad eccezione del conduttore) che commenta il risultato del proprio lavoro durante la messa in onda del tg.
Step 1: lettura dei quotidiani con particolare attenzione a quelli locali ( in testa il Carlino e l'Informazione di Bologna e del resto della regione), poi i nazionali: Repubblica, Corrire della Sera, l'Unità, il Giornale e Libero, solo per citarne alcuni.
Step 2: appuntamenti della giornata (conferenze stampa, eventi comunicati alla redazione tramite posta elettronica o contenuti nei fax quotidianamente inviati alla stessa).
Step 3: selezione delle notizie proposte dalle agenzie di stampa che rappresentano la base per un sensibile numero di servizi mandati in onda nel tg.( Ansa e Dire, che meritano un approfondimento particolare).
La Dire è un'agenzia d'informazione politico-parlamentare diretta da Giuseppe Pace che nel proprio sito mette a disposizione 6 notiziari quotidiani, forum di discussione, rassegna stampa e dossier tematici.
Più nota è l' Ansa , la prima nonchè principale agenzia di stampa italiana fondata nel 1945 con sede a Roma; vanta una presenza capillare su tutto il territorio nazionale e una rete di uffici all'estero che copre i 5 continenti. Ha 22 sedi regionali ed è presente in oltre 79 località di 74 paesi fornendo pertanto una copertura completa degli avvenimenti più importanti dell'attualità italiana e straniera.
Trasmette notizie ai mezzi d'informazione italiani, alle istituzioni nazionali, locali ed internazionali, alle associazioni di categoria, ai partiti ed ai sindacati; in linea dal '98, il sito offre rubriche e servizi speciali, organizzati in canali. Dal 2003 è presente il notiziario multimediale Ansalive. Tramite ANSAMED poi, è possibile visionare le notizie che riguardano il bacino del Mediterraneo.
Grazie al portale si possono inviare messaggi di posta elettronica, contributi che, una volta controllati e verificati, possono dare origine a notizie ed approfondimenti. Un passo importante se si considera il fatto che il giornalismo dell'Ansa è sinonimo d'informazione di base, è fatto di " notizie schiette ", con pochi aggettivi qualitativi e nessun commento personale, in antitesi rispetto alla blogosfera e al giornalismo civico, alimentati da contributi che provengono da privati cittadini disposti ad intervenire, interagire, discutere, contributi non professionalmente "certificati" ma che possono rivelarsi complementari all'informazione tradizionale (si pensi che grandi agenzie internazionali come l'Associated Press hanno da tempo stretto alleanze con i blog e coi siti di giornalismo partecipativo più affidabili).
Da sottolineare poi, come l' Ansa abbia utilizzato in alcuni casi anche i video girati dai comuni cittadini.
Le agenzie di stampa presentano una doppia natura (perchè producono e distribuiscono autonomamente notizie e sono, al tempo stesso, fonti per i mass media), che si rispecchia in un duplice processo di costruzione della notizia (nelle redazioni dell' agenzia e poi in quelle dei media). La notizia d'agenzia è solitamente concepita come un flash, ossia un paio di righe che si limitano a comunicare l'evento in maniera secca oppure come un take, cioè una notizia concisa costruita secondo la regola della 5 w e questo per offrire la massima possibilità di manipolazione redazionale.
Tornando alla mia esperienza (il lavoro non è certo finito):
Step 4: stesura del servizio, registrazione vocale e montaggio grazie alle nuove tecnologie digitali che permettono un'accurata e veloce realizzazione del prodotto finale (anche se qualcuno preferisce ancora usare il vecchio sistema analogico).
Step 5: riunione della redazione (ad eccezione del conduttore) che commenta il risultato del proprio lavoro durante la messa in onda del tg.
INTERNET E IL DIGITALE AIUTANO IL LAVORO DI REDAZIONE?
Si parla di giornalismo televisivo: l'intervista, pubblicata sul n6 della rivista LINK risale a pochi anni fa.
"Il contributo più importante di internet, secondo me, è aver tolto l'arroganza: i giornalisti prima inventavano e nessuno li smentiva, tranne magari un poveretto che mandava una lettera che regolarmente finiva nel cestino. Adesso alcuni colleghi che da anni seguivo con l'occhio un pò divertito per le panzane che sparavano, bhe, non le sparano più, perchè sul web si sono presi tali frustate che... "GIANNI RIOTTA (ex direttore TG1).
"Tutte le innovazioni aiutano. Internet e le tecnologie digitali per la produzione si integrano, perchè la prima ci impone ritmi sempre più veloci e quadri in rapido mutamento, mentre il digitale ci riporta su un piano alto di qualità tecnologica e di immagine. Con la miscela giusta potremo avere una tv del futuro in grado di coniugare velocità e qualità."MAURO MAZZA (ex direttore TG2).
"Ha rivoluzionato il nostro lavoro. Un tempo lo spettatore alla sera si metteva digiuno di informazioni davanti al televisore e voleva avere un quadro completo di quanto accaduto nella giornata. Oggi sa già tutto, o comunque molto. Questo ci costringe a non annunciare solo i fatti, ma a offrire qualcosa di più. é qualcosa di simile alla cosiddetta settimanalizzazione dei quotidiani. La digitalizzazione, e in genere l'evoluzione tecnologica (processo in cui tutte le tv italiane sono molto indietro rispetto alla concorrenza estera), sono un momento cruciale che sta cambiando il nostro modo di lavorare: dai montaggi a un uso più veloce e meno macchinoso delle dirette nazionali ed estere."ANTONIO DI BELLA (ex direttore TG3).
"Le tecnologie accorciano i tempi di tutto il lavoro giornalistico e permettono un costante rifornimento di materiale. L'informazione televisiva ha così trovato, attraverso internet, il carburante continuo perchè la locomotiva possa andare sempre più veloce. é un'enorme fonte di notizie, spunti, aggiornamenti".EMILIO FEDE (direttore TG4).
"La penetrazione delle reti digitali ha permesso la nascita del reporter diffuso. Non parlo solo di internet, ma anche della telefonia mobile. Un tempo per garantire un collegamento sul posto era necessario un lavoro molto dispendioso. Con il videofonino possiamo collegarci con l' Italia intera, quasi tutta Europa e gran parte del mondo con una velocità e una semplicità disarmanti. Ci sono zone del pianeta dove è difficilissimo mandare operatori. In molti casi si portano delle piccole telecamere, in una prospettiva futura potrebbe bastare un cellulare". CLEMENTE J. MIMUN (direttore TG5).
"C'è un'interazione costante con internet . Tutte le storie che facciamo in tv, dalla bambina che ha una malattia gravissima al caso di malasanità, nascono da un contatto con la redazione attraverso il sito. Pensiamo di espandere sempre più questo rapporto diretto con i nostri telespettatori: il prossimo passo è Secon Life. La prima redazione di un telegiornale dentro SL, con il mio avatar e quello dei giornalisti che lavorano con me. Poi, il lavoro di redazione è cambiato totalmente. Vorrei però sottolineare anche un aspetto negativo legato alla diffusione di internet nelle redazioni: l' impoverimento dei giornalisti, che prima leggevano molto di più e andavano direttamente alla fonte. Adesso si accontentano troppo spesso di fonti intermedie, prendendo per buono quello che si trova sui siti perchè è troppo complicato raggiungere la fonte primaria". GIORGIO MULè (ex direttore Studio Aperto).
"Assolutamente sì. Con internet i tempi per controlli e verifiche si sono accorciati. Con la digitalizzazione gli spazi fisici si sono allargati e ordinati: per esempio, sono scomparse quelle orrende pile di cassette, arredo consueto di ogni redazione telegiornalistica. Consentendo in definitiva una velocità d' intervento assolutamente inimmaginabile fino a poco tempo fa". ANTONELLO PIROSO (ex direttore TG LA7).
"L' arrivo di internet ha introdotto in tutte le redazioni del mondo l' accesso immediato a una mole di notizie e di fonti inimmaginabili fino a pochi anni fa. Internet rappresenta ormai un prezioso strumento di lavoro per ogni giornalista, così come la tecnologia digitale, grazie alla quale è possibile gestire la ricezione di contributi audio e video dall' intero pianeta con costi e tempi minori". EMILIO CARELLI (direttore Sky TG24).
"Il contributo più importante di internet, secondo me, è aver tolto l'arroganza: i giornalisti prima inventavano e nessuno li smentiva, tranne magari un poveretto che mandava una lettera che regolarmente finiva nel cestino. Adesso alcuni colleghi che da anni seguivo con l'occhio un pò divertito per le panzane che sparavano, bhe, non le sparano più, perchè sul web si sono presi tali frustate che... "GIANNI RIOTTA (ex direttore TG1).
"Tutte le innovazioni aiutano. Internet e le tecnologie digitali per la produzione si integrano, perchè la prima ci impone ritmi sempre più veloci e quadri in rapido mutamento, mentre il digitale ci riporta su un piano alto di qualità tecnologica e di immagine. Con la miscela giusta potremo avere una tv del futuro in grado di coniugare velocità e qualità."MAURO MAZZA (ex direttore TG2).
"Ha rivoluzionato il nostro lavoro. Un tempo lo spettatore alla sera si metteva digiuno di informazioni davanti al televisore e voleva avere un quadro completo di quanto accaduto nella giornata. Oggi sa già tutto, o comunque molto. Questo ci costringe a non annunciare solo i fatti, ma a offrire qualcosa di più. é qualcosa di simile alla cosiddetta settimanalizzazione dei quotidiani. La digitalizzazione, e in genere l'evoluzione tecnologica (processo in cui tutte le tv italiane sono molto indietro rispetto alla concorrenza estera), sono un momento cruciale che sta cambiando il nostro modo di lavorare: dai montaggi a un uso più veloce e meno macchinoso delle dirette nazionali ed estere."ANTONIO DI BELLA (ex direttore TG3).
"Le tecnologie accorciano i tempi di tutto il lavoro giornalistico e permettono un costante rifornimento di materiale. L'informazione televisiva ha così trovato, attraverso internet, il carburante continuo perchè la locomotiva possa andare sempre più veloce. é un'enorme fonte di notizie, spunti, aggiornamenti".EMILIO FEDE (direttore TG4).
"La penetrazione delle reti digitali ha permesso la nascita del reporter diffuso. Non parlo solo di internet, ma anche della telefonia mobile. Un tempo per garantire un collegamento sul posto era necessario un lavoro molto dispendioso. Con il videofonino possiamo collegarci con l' Italia intera, quasi tutta Europa e gran parte del mondo con una velocità e una semplicità disarmanti. Ci sono zone del pianeta dove è difficilissimo mandare operatori. In molti casi si portano delle piccole telecamere, in una prospettiva futura potrebbe bastare un cellulare". CLEMENTE J. MIMUN (direttore TG5).
"C'è un'interazione costante con internet . Tutte le storie che facciamo in tv, dalla bambina che ha una malattia gravissima al caso di malasanità, nascono da un contatto con la redazione attraverso il sito. Pensiamo di espandere sempre più questo rapporto diretto con i nostri telespettatori: il prossimo passo è Secon Life. La prima redazione di un telegiornale dentro SL, con il mio avatar e quello dei giornalisti che lavorano con me. Poi, il lavoro di redazione è cambiato totalmente. Vorrei però sottolineare anche un aspetto negativo legato alla diffusione di internet nelle redazioni: l' impoverimento dei giornalisti, che prima leggevano molto di più e andavano direttamente alla fonte. Adesso si accontentano troppo spesso di fonti intermedie, prendendo per buono quello che si trova sui siti perchè è troppo complicato raggiungere la fonte primaria". GIORGIO MULè (ex direttore Studio Aperto).
"Assolutamente sì. Con internet i tempi per controlli e verifiche si sono accorciati. Con la digitalizzazione gli spazi fisici si sono allargati e ordinati: per esempio, sono scomparse quelle orrende pile di cassette, arredo consueto di ogni redazione telegiornalistica. Consentendo in definitiva una velocità d' intervento assolutamente inimmaginabile fino a poco tempo fa". ANTONELLO PIROSO (ex direttore TG LA7).
"L' arrivo di internet ha introdotto in tutte le redazioni del mondo l' accesso immediato a una mole di notizie e di fonti inimmaginabili fino a pochi anni fa. Internet rappresenta ormai un prezioso strumento di lavoro per ogni giornalista, così come la tecnologia digitale, grazie alla quale è possibile gestire la ricezione di contributi audio e video dall' intero pianeta con costi e tempi minori". EMILIO CARELLI (direttore Sky TG24).
giovedì 2 giugno 2011
E dopo le amministrative facebook si mobilita per i referendum.
Queste elezioni amministrative sono state, inutile negarlo, diverse dal solito.
Lo scontro "al calor bianco", vista l'importanza della posta in gioco, ha coinvolto il popolo del social network in modo preponderante( e non mi riferisco ai profili "ufficiali" dei candidati ma ai "gruppi" nati per sostenerli, come ho evidenziato nel post precedente ).
Archiviata questa pagina si guarda ai quesiti referendari e qui il social network "INFORMA, MOBILITA, COINVOLGE" come forse non aveva mai fatto: dietro lo slogan "pubblicizziamo il referendum perchè i mezzi di comunicazione tradizionali non lo faranno abbastanza"( il riferimento principale è al mezzo televisivo), si legge una chiara insoddisfazione rispetto all'informazione istituzionale e tutta la voglia delle giovani generazioni di partecipare attivamente ai cambiamenti in atto.
Intanto la Commissione servizi e prodotti dell'Agcom, l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, dopo un'interlocuzione con la Commissione Parlamentare di Vigilanza, ha ritenuto che "la collocazione nei palinsesti dei messaggi autogestiti relativi ai referendum, finora attuata dalla Rai non è conforme ai principi del regolamento della Commissione sulla par condicio referendaria" (fonte: Adnkronos) : l'Autorità quindi richiama la concessionaria pubblica affinchè realizzi una collocazione dei messaggi idonea a garantire l'obiettivo del maggiore ascolto, come previsto dalle disposizioni vigenti mentre le reti Mediaset trasmettono questi stessi messaggi oggi per la prima volta subito dopo il tg delle 13, dopo il sì della Cassazione sul quesito che riguarda il nucleare.
Al di là della polemica quello che m'interessa sottolineare è il fatto che il social network si stia mobilitando fortemente in questo senso attraverso gruppi ed eventi.
Per sapere rispetto a cosa si voterà:
http://www.repubblica.it/politica/2011/03/03/news/quesiti_referendum-13130298/
Lo scontro "al calor bianco", vista l'importanza della posta in gioco, ha coinvolto il popolo del social network in modo preponderante( e non mi riferisco ai profili "ufficiali" dei candidati ma ai "gruppi" nati per sostenerli, come ho evidenziato nel post precedente ).
Archiviata questa pagina si guarda ai quesiti referendari e qui il social network "INFORMA, MOBILITA, COINVOLGE" come forse non aveva mai fatto: dietro lo slogan "pubblicizziamo il referendum perchè i mezzi di comunicazione tradizionali non lo faranno abbastanza"( il riferimento principale è al mezzo televisivo), si legge una chiara insoddisfazione rispetto all'informazione istituzionale e tutta la voglia delle giovani generazioni di partecipare attivamente ai cambiamenti in atto.
Intanto la Commissione servizi e prodotti dell'Agcom, l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, dopo un'interlocuzione con la Commissione Parlamentare di Vigilanza, ha ritenuto che "la collocazione nei palinsesti dei messaggi autogestiti relativi ai referendum, finora attuata dalla Rai non è conforme ai principi del regolamento della Commissione sulla par condicio referendaria" (fonte: Adnkronos) : l'Autorità quindi richiama la concessionaria pubblica affinchè realizzi una collocazione dei messaggi idonea a garantire l'obiettivo del maggiore ascolto, come previsto dalle disposizioni vigenti mentre le reti Mediaset trasmettono questi stessi messaggi oggi per la prima volta subito dopo il tg delle 13, dopo il sì della Cassazione sul quesito che riguarda il nucleare.
Al di là della polemica quello che m'interessa sottolineare è il fatto che il social network si stia mobilitando fortemente in questo senso attraverso gruppi ed eventi.
Per sapere rispetto a cosa si voterà:
http://www.repubblica.it/politica/2011/03/03/news/quesiti_referendum-13130298/
A proposito di comunicazione politica.
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